Aborto In Italia - DONNEXSTRADA
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Aborto In Italia

La violenza di genere ha purtroppo diversi volti. Donnexstrada si occupa da tempo del diritto delle  donne a camminare per strada sicure e in libertà. Un’altra faccia di questa violenza è quella costituita  dagli ostacoli che ancora troppe donne si trovano ad affrontare nel percorso per ottenere  l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG). Ricostruiamo insieme qual è la situazione ad oggi  in Italia rispetto all’applicazione della legge 194, ossia la legge che garantisce l’IVG, quali sono  le insidie e quali invece le vittorie ottenute finora. 

Restando alla relazione annuale che riferisce al Parlamento i dati 2019 sull’attuazione della legge  194, in Italia il 67% di ginecologə sono obiettorə. Non sarebbe necessario soffermarsi oltre su  come questo numero sia inconciliabile con l’obbligo per gli ospedali di fornire il servizio di IVG,  ma è bene ricordare che ci sono almeno 15 ospedali in tutto il Paese con il 100% di medici anti 

choice, nonostante l’obiezione di struttura sia vietata per legge. Dal 1° gennaio 2022 in Molise è  rimasta solo una dottoressa a fornire questo servizio. La relazione annuale sottolinea anche il ruolo  importante dei consultori, a cui la maggior parte delle persone gestanti si rivolge per il rilascio dei  documenti (44,2%). Restano critiche le variazioni dei tempi di attesa tra una regione e l’altra, che  costringono molte donne a uscire dalla propria regione per ottenere un diritto previsto dalla legge. 

Nell’ottica di garantire il rispetto della 194, Libera di Abortire è un’associazione che sta facendo  un ottimo lavoro. Ha infatti redatto un appello che è stato firmato da 33.000 persone e associazioni,  tra cui Laiga 194. Tra gli obiettivi, favorire l’assunzione di nuovi medici non obiettori e  incentivare o disincentivare le Regioni in funzione dell’efficienza dei servizi IVG. Queste  azioni vanno naturalmente affiancate a un’educazione sessuale nelle scuole che sia effettivamente  ampia e inclusiva, ma anche da una completa formazione del personale sanitario, come in teoria  già previsto dalla legge, cosicché questo sia in grado di fornire in modo chiaro e puntuale  informazioni alle persone interessate. Una prima vittoria è stata la presentazione delle proposte al Ministero, che ha avviato un’istruttoria per individuare le modalità più consone per realizzarle. L’appello può ancora essere firmato qui: 

https://liberadiabortire.it/lappello/

A novembre 2021 la Regione Piemonte ha apertamente violato le linee guida del Ministero della  Salute sull’IVG farmacologica in day hospital fino alle 9 settimane. Infatti, la Regione non solo  non si era adattata alle linee guida, ma le ostacolava attivamente chiedendo un ricovero di tre giorni  per chi volesse accedere all’interruzione di gravidanza, senza nessuna base medica per una tale  richiesta. Oltretutto, si ostinava a negare la pillola RU486 nei consultori. Laiga 194 si è unita ad  altre associazioni nella diffida alla Regione. 

Lo stesso mese, in Abruzzo tre consiglieri regionali di Fratelli di Italia avevano proposto che la  sepoltura dei feti in età gestionale inferiore alle 28 settimane avvenisse in un’area apposita dei  cimiteri, anche a prescindere dal consenso dei genitori. L’obiettivo era modificare il regolamento  della polizia mortuaria che attualmente prevede che sia l’Asl a occuparsi e seppellire i feti con età  gestionale compresa tra le 20 e le 28 settimane. Al di sotto delle 20 settimane la sepoltura è  facoltativa e va chiesto il consenso della persona che è stata sottoposta ad IVG. L’idea di una  sepoltura obbligatoria del feto in un cimitero cristiano, senza nemmeno il consenso dei genitori, è  quantomeno problematica e sicuramente poco coerente con la laicità del nostro Stato. La proposta  regionale è arrivata tramite il senatore Luca De Carlo (FdI) anche in Senato, dando seguito agli  obiettivi di Agenda Europa, un movimento paneuropeo anti-choice che organizza congressi, 

come il Congresso della Famiglia di Verona, e si infiltra subdolamente in politica per portare avanti  interessi conservatori e misogini. Nel frattempo, ad oggi continuano le violazioni a Roma nel  cimitero dei feti e Francesca Tolino, con Libera di Abortire, ha chiesto che il nuovo sindaco  Gualtieri subentri nell’azione popolare contro Asl, AMA e Ospedale San Giovanni di Roma per  non lasciare sole le donne in questa battaglia. 

https://www.laiga194.it/le-infiltrazioni-anti-choice-nelle-giunte-regionali-italiane-come-strategia dellagenda-europa/ 

Il completo rispetto di una legge fondamentale come la 194 dovrebbe essere la base per  l’autodeterminazione delle donne e delle persone gestanti. Le associazioni femministe, come Laiga  194 e Donnexstrada, stanno facendo rete per monitorare il rispetto di questo diritto fondamentale  e porteranno avanti la lotta femminista finché non sarà pienamente garantito.  

di Eleonora Sironi

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