Che cos’è il mindful eating?
Mindful eating si può tradurre come alimentazione consapevole, o ancora più letteralmente il mangiare consapevolmente, o mangiare in piena consapevolezza. Questo approccio affonda le sue radici nella Mindfulness, disciplina resa famosa in occidente da Jon Kabat-Zinn, biologo e medico statunitense.
Applicando al cibo la definizione classica di mindfulness “Porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” otteniamo la definizione di mindful eating: porre attenzione a quello che mangiamo in un modo particolare: 1) intenzionalmente, cioè con curiosità, volontariamente, non in maniera automatica; 2) nel momento presente, cioè poniamo attenzione a tutti i sapori, gli odori, il gusto, ma anche al nostro corpo, alle nostre sensazioni, la sazietà, la fame, ma anche alle emozioni che stiamo provando in quel momento; 3) in modo non giudicante: questo è un ingrediente fondamentale per condire i nostri pasti. Perché? Perché la nostra mente produce tonnellate di pensieri sul cibo ogni giorno, la maggior parte dei quali sono giudizi e critiche. E le critiche non ci aiutano affatto, non ci fanno mangiare di meno, non ci fanno diventare più contenti, non ci rendono soddisfatti, a volte ci fanno venire il mal di stomaco e spesso innescano un circolo vizioso. Non è vero?
Tieni un diario dei pensieri giudicanti rispetto al cibo
Ti propongo un esercizio molto interessante che ti renderà consapevole della presenza e della forza del critico interiore: prova a scrivere su un diario ogni volta che ti accorgi che la tua mente sta producendo un pensiero sul cibo e, dopo due giorni, leggi queste pagine con un po’ di tenerezza nei tuoi confronti e nei confronti della tua mente. Cosa succede nel tuo corpo se metti da parte il giudizio?
La mente dello sperimentatore
Una delle cose che possono aiutarti è immaginare di essere uno scienziato. Chi fa esperimenti non giudica né il processo, né il risultato, semplicemente osserva. Da ora in avanti, ricordati di attivare la tua mente da sperimentatore. Quello che vogliamo è osservare i nostri comportamenti, proprio come farebbe uno scienziato, senza pregiudizi, né critiche. E come farebbe anche un monaco zen. Gli insegnamenti zen ci incoraggiano a esplorare pienamente il tempo presente, facendoci domande del tipo: Ho fame? Dove sento questa fame nel corpo? Di cosa ha bisogno il mio corpo? Che parte di me ha fame? Che intensità di sapore ha quello che sto mangiando? Sono sazia? Che differenza c’è in questo momento per me tra essere sazia ed essere soddisfatta?
Paola Iaccarino Idelson, biologa nutrizionista, insegnante di Mindful eating
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