Comunicazione assertiva: cos’è e perché dovresti svilupparla - DONNEXSTRADA
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Comunicazione assertiva: cos’è e perché dovresti svilupparla

Riesci a dire agli altri ciò che vuoi? 

Prova ad assegnarti un punteggio da 0 a 10, dove 0 sta “non riesco a dire agli altri ciò che voglio” e 10 “riesco a comunicare ottimamente il mio vissuto”.

Se la tua risposta va da 0 a 5, questo articolo potrebbe fare al caso tuo.

Ogni giorno intraprendiamo numerose interazioni con gli altri, anche grazie ai social network.

Tuttavia, non sempre riusciamo a trasmettere le nostre intenzioni e i nostri pensieri e questo può portare a sentirsi frustrati.

Ma allora, cosa fare?

Ecco una possibile soluzione: imparare a comunicare assertivamente.

 

La comunicazione assertiva

Analizziamo separatamente le due parole:

  • Comunicare: significa “mettere in comune”. Quando comunichiamo, stiamo creando dei significati comuni.
  • Assertivo: significa “asserire”/“affermare”. È una caratteristica del comportamento.

Dunque la comunicazione assertiva consiste nella capacità di saper esprimere e far valere le proprie idee ed emozioni riconoscendo e tutelando i propri diritti e rispettando al contempo anche quelli degli altri.

La comunicazione assertiva rientra all’interno della comunicazione efficace, ovvero sapersi esprimere in maniera chiara e coerente attraverso il linguaggio verbale, non verbale (linguaggio del corpo) e paraverbale (tono di voce).

Attenzione, ho una buona notizia per te!

Per essere assertivi non è necessario avere un’alta autostima.

Puoi riuscire a essere assertivo/a anche se senti di avere poca fiducia in te stesso/a, perché ciò che fa la differenza è il modo in cui dici le cose.

(Si, serve un po’ di allenamento).

Se ti sembra complesso, eccoti alcuni esempi.

  1. Incomprensione tra amici. Può capitare che si generino incomprensioni tra amici; la comunicazione assertiva può aiutarti. Per esempio, invece di dire: “non mi dici mai niente!”, potremmo dire: “ho notato da un po’ che il livello di apertura che abbiamo è diminuito, cosa ne pensi?”. La seconda frase è assertiva per due motivi: evitiamo che l’altra persona si senta attaccata e improntiamo la conversazione allo scambio reciproco di idee e intenzioni.
  2. Genitori e figli. Comunicare in modo assertivo con i propri figli è utile per un’educazione funzionale e per far sviluppare una buona autostima. Per esempio, quando tu* figli* rientra a casa portando un voto basso preso a scuola, è importante non far vivere quel voto come un fallimento. Piuttosto, è utile accompagnarl* nella comprensione delle difficoltà che hanno portato a quel risultato, dicendo, per esempio: “Cosa ne pensi di questo risultato? Secondo te a cosa è dovuto? Ti va se ti aiuto a superare le tue difficoltà?”

 

Come diventare assertivi

Buone notizie!

Essere assertivi non è una caratteristica innata.

Dagli esempi sopra esposti potresti aver intuito alcune caratteristiche su cui puoi lavorare per essere assertivo.

Vediamole insieme nel dettaglio.

  • “Diventa l’altro” 

Molto probabilmente conosci già questa parola: empatia.

La sua etimologia viene dal greco: en significa dentro e pathos significa sentimento. L’empatia è la capacità di comprendere i sentimenti e i pensieri altrui assumendo il punto di vista dell’altro, “diventando” lui/lei.

Tutti siamo capaci di provare empatia e possiamo allenarci a realizzare una comunicazione che non svilisca le emozioni dell’altro e che al contempo veicoli le nostre.

Sarebbe un mondo migliore se tutti facessimo ciò, vero?

  1. “Guarda oltre”

Lascia perdere il famoso slogan “pensa positivo”, questo ti sarà più utile: impara a “guardare oltre”, ovvero a vedere anche (ma non solo) i lati positivi di una situazione, oltre che a considerare quelli negativi.

Avere una visione più ampia sulla situazione permette non soltanto di essere empatici, ma soprattutto di trovare più agevolmente soluzioni ai problemi.

In una frase, allenati ad avere una mente aperta e flessibile.

Continuiamo gli esempi di prima, analizzandoli secondo quanto appena detto:

  1. Nel primo esempio, riusciamo a guardare oltre permettendo all’altro di comunicarci la sua prospettiva e le sue intenzioni. Fare ciò significa evitare di interpretare le azioni dell’altro secondo le proprie teorie e dargli spazio di ascolto; questo fa sentire l’altro compreso e lo rende più disponibile al dialogo e al confronto.
  2. Nel secondo esempio, il genitore deve cercare di sintonizzarsi sul vissuto del/della bambino/a, che è tendenzialmente diverso dal proprio, soprattutto se consideriamo che il/la bambino/a ha meno consapevolezza di un adulto e quindi meno capacità di esprimere ciò che prova. Cercare di indagare le sue emozioni può essere d’aiuto, ma soprattutto ricorda che è importante fargli sentire la tua presenza quando fronteggia una situazione che lo mette in difficoltà (senza sostituirti a lui/lei).
  • “Impara a dire NO”

Quante volte hai cercato di accontentare le aspettative e i bisogni degli altri e ti sei ritrovato senza energie?

Essere assertivi significa anche imparare a dire “No”.

Significa liberarsi dai pesi che non si è disposti a portare e dalla frustrazione che comporta, senza per questo ferire gli altri.

Mantieni le tue posizioni e spiega, in modo gentile e fermo, il perché del tuo no.

Facile a dirsi, eh?

Leggi questo esempio per aiutarti a trasformare la teoria in pratica:

  • il tuo partner propone di andare nel posto X per il vostro anniversario, ma tu preferiresti andare nel posto Y. Puoi scegliere di non dirgli nulla per non rovinargli i piani (per poi probabilmente rivelargli le tue intenzioni dopo, una volta arrivati nel luogo X), oppure dirgli “guarda, io veramente volevo andare nel luogo Y, però non vorrei che tu ci rimanessi male. Pensi che possiamo trovare un compromesso?”. La seconda opzione evita di generare dei non detti che col passare del tempo diventerebbero pietre traballanti su cui costruire le fondamenta della relazione.

 

Conclusioni

Hai scoperto un nuovo tipo di comunicazione, quella assertiva, ovvero la capacità di saper esprimere e far valere le proprie idee ed emozioni rispettando sia se stessi che gli altri.

La comunicazione assertiva è caratterizzata da tre componenti: essere empatico (“diventa l’altro”), saper assumere diverse prospettive (“guarda altrove”) e imparare a dire “no” (senza ferire gli altri).

Ricorda:

“C’è un solo angolo dell’universo che 

puoi essere certo di poter migliorare e 

questo sei tu”

(Huxley A.)

 

Dott.ssa Emilia Neri

Psicologa e Psicoterapeuta interazionista in formazione

È attivo il Supporto Psicologico di DONNEXSTRADA, servizio che mette a disposizione un team di psicologhe e psicoterapeute professioniste e specializzate. Consulta questa pagina per approfondire il servizio e richiedere maggiori informazioni.

Bibliografia

  • Masoni, M. (2018). Il potere dell’empatia. Flaccovio Editore.
  • Watzlawick P, Beavin J. H., Jackson D. D., Ferretti M. (1978). Pragmatica della comunicazione umana. Astrolabio.
  • Alberti, R. E., & Emmons, M. L. (2003). Essere assertivi. Come imparare a farsi rispettare senza prevaricare gli altri. Il Sole 24 Ore

Bonenti, D., & Meneghelli, A. (1992). Assertività e training assertivo: guida per l’apprendimento in ambito professionale. FrancoAngeli.

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