CRIMINE: DOVE INIZIAMO? - DONNEXSTRADA
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CRIMINE: DOVE INIZIAMO?

Caterina Fantetti

Pare che la criminalità sia stata e che sia tuttora una fonte costante di preoccupazione sociale di ogni giorno.

Livelli crescenti di insicurezza, paura della violenza, minaccia di disordini pubblici, sommosse, furti con scasso, nuove forme di terrorismo e una crescita di tutti i tipi di comportamenti anti-sociali sono immagini che caratterizzano la nostra società. Questo è valido non solo per coloro che hanno avuto esperienze dirette col crimine ma anche per chi non ne ha avute come delinquente, vittima o praticante della giustizia penale.

Il tema della criminalità rimane anche una caratteristica distintiva di ciò che è considerato sia “notizia” che “notizia degna di nota”. Infatti, tutte le sezioni dei media si affidano alla criminalità per riempire i loro notiziari, documentari e pollici di colonna.
Il crimine è una forma costante di fascino. Trame d’investigazione, polizieschi, scomparsa, rapina, stupro etc., fanno parte della basica dieta altamente suggerita per una produzione cinematografica o per una qualsiasi programmazione televisiva, rimanendo così pane ed elemento ricorrente di conversazione. 

Ma fino a che punto tali preoccupazioni sono giustificate? La società è sull’orlo del collasso imminente? Stiamo diventando sempre meno rispettosi della legge? 

Nell’immaginario popolare, il tema del crimine appare insondabile come il tempo: tutti hanno un’opinione in merito ma nessuno sembra poterci fare molto. 

In molteplici libri e siti, ad esempio, sono stati citati come cause di criminalità che un basso quoziente intellettivo, genitori separati, troppa televisione, disoccupazione, povertà, tribunali indulgenti, droga e recessione. D’altro canto invece segregazione, reclusione, più polizia, servizi alla comunità, trattamenti riabilitativi, migliori servizi sociali e una piena occupazione lavorativa sono stati citati come rimedio alla criminalità. 

Questo elenco di affermazioni contraddittorie è nell’immediato un campanello d’allarme di alcune delle complessità e delle contestazioni che sono intrinseche allo studio del crimine.

Tuttavia, l’ossessione per le cause e le soluzioni del crimine offrono un modo abbastanza parziale e miope di entrare nel vivo del dibattito. Presuppone infatti che tutti sappiano cosa sia il crimine e che tali chiacchiere incessanti siano costantemente alimentate dalla consapevolezza, data per scontata, che la criminalità non sia solo un grave problema sociale, ma anche di proporzioni sempre crescenti.

Attraverso questo capitolo della rubrica, affronteremo una serie di modi in cui il “problema del crimine” può essere sottoposto all’indagine delle scienze sociali.

in particolare:

1) cos’è la criminalità? Quali comportamenti sono considerati criminali e quali no?

2) Quanto è estesa la criminalità? come si può misurare? quanto sono affidabili gli indici statistici?

3) Quanto è grave il crimine? da dove provengono le nozioni di serietà? le nostre paure sono fondate?

Fare molte domande e cercare altrettante risposte richiede però un bisogno immediato di un nostro critico allontanamento da un argomento che conserva il potere di sviluppare risposte altamente cariche ed emotive. Richiede che si sottoponga il concetto di crimine a una serie di decostruzioni e questo processo può essere riassunto come:
– scomporre il concetto di problema del crimine nei suoi vari elementi costitutivi
– rivelare le contraddizioni interne e le incongruenze tra questi elementi

– disfare i presupposti del “senso comune” e resistere al loro posto all’interno di gerarchie di spiegazioni
– riconoscere l’ampia gamma di interpretazioni che possono legittimamente far valere il dibattito sulla criminalità
– riconoscere che il problema del crimine definisce la risoluzione teorica e rischia di rimanere oggetto di continua disputa e contestazione.

Attraverso questo articolo si propone di ricostruire i parametri entro i quali si può giungere ad una valutazione più ragionata e consapevole del “problema criminalità”.

1.1

Cos’è il crimine?

Il dizionario di Oxford afferma: il crimine è un atto punibile dalla legge, in quanto vietato dalla legge o lesivo del benessere pubblico… un atto malvagio o dannoso, un delitto, un peccato di carattere grave.

A prima lettura tale definizione sembra semplice e incontrovertibile, ma le definizioni dei dizionari evitano qualsiasi complessificazione dell’interpretazione, combinando una serie di significati in competizione. 

Il reato si riferisce a particolari atti e comportamenti o alle loro sanzioni legali? É semplicemente l’esistenza della legge che crea il crimine? Cosa conta come “dannoso” “peccaminoso” o “cattivo”? Chi ritiene che alcuni atti siano peccaminosi e malvagi e altri no? I codici morali e legali sono inseparabili?

Analogamente, ci si potrebbe chiedere cosa si intenda per reato “grave”, grave per chi? tutti i crimini sono gravi? Infine, ciò che conta come crimine è universale e immutabile, oppure le società in momenti storici diversi richiedono tipi di diritto diversi, che a loro volta creano nuove categorie di criminalità?

In breve, le definizioni del dizionario pongono domande piuttosto che rispondere e per apprezzare a pieno e comprendere la complessità di queste domande bisogna allargare ampiamente il loro bulbo e tenere in considerazione la legge, i costumi sociali e l’ordine sociale e storico. 

Reference: John Muncie & Eugene McLaughlin

3) Quanto è grave il crimine? da dove provengono le nozioni di serietà? le nostre paure sono fondate?Fare molte domande e cercare altrettante risposterichiede peròun bisogno immediato di un nostro critico allontanamento da un argomento che conserva il potere di sviluppare risposte altamente cariche ed emotive. Richiede che si sottoponga il concetto di crimine a una serie di decostruzioni e questo processo può essere riassunto come:- scomporre il concetto di problema del crimine nei suoi vari elementi costitutivi- rivelare le contraddizioni interne e le incongruenze tra questi elementi- disfare i presupposti del “senso comune” e resistere al loro posto all’interno di gerarchie di spiegazioni- riconoscere l’ampia gamma di interpretazioni che possono legittimamente far valere il dibattito sulla criminalità- riconoscere che il problema del crimine definisce la risoluzione teorica e rischia di rimanere oggetto di continua disputa e contestazione.Attraverso questo articolo si propone di ricostruire i parametri entro i quali si può giungere ad una valutazione più ragionata e consapevole del “problema criminalità”.1.1Cos’è il crimine?Il dizionario di Oxford afferma: il crimine è un atto punibile dalla legge, in quanto vietato dalla legge o lesivo del benessere pubblico… un atto malvagio o dannoso, un delitto, un peccato di carattere grave.A prima letturatale definizione sembra semplice e incontrovertibile, ma le definizioni dei dizionari evitano qualsiasi complessificazione dell’interpretazione, combinando una serie di significati in competizione.Il reato si riferisce a particolari atti e comportamenti o alle loro sanzioni legali? É semplicemente l’esistenza della legge che crea il crimine? Cosa conta come “dannoso” “peccaminoso” o “cattivo”? Chi ritiene che alcuni atti siano peccaminosi e malvagi e altri no? Icodici morali e legali sono inseparabili?Analogamente, ci si potrebbe chiedere cosa si intenda per reato “grave”, grave per chi? tutti i crimini sono gravi? Infine, ciò che conta come crimine è universale e immutabile, oppure le società in momenti storici diversi richiedono tipi di diritto diversi, che a loro volta creano nuovecategorie di criminalità?In breve, le definizioni del dizionario pongono domande piuttosto che rispondere e per apprezzare a pieno e comprendere la complessità di queste domande bisogna allargare ampiamente il loro bulbo e tenere in considerazione la legge, i costumi sociali e l’ordine sociale e storicoReference: John Muncie & Eugene McLaughlin

3) Quanto è grave il crimine? da dove provengono le nozioni di serietà? le nostre paure sono fondate?Fare molte domande e cercare altrettante risposterichiede peròun bisogno immediato di un nostro critico allontanamento da un argomento che conserva il potere di sviluppare risposte altamente cariche ed emotive. Richiede che si sottoponga il concetto di crimine a una serie di decostruzioni e questo processo può essere riassunto come:- scomporre il concetto di problema del crimine nei suoi vari elementi costitutivi- rivelare le contraddizioni interne e le incongruenze tra questi elementi- disfare i presupposti del “senso comune” e resistere al loro posto all’interno di gerarchie di spiegazioni- riconoscere l’ampia gamma di interpretazioni che possono legittimamente far valere il dibattito sulla criminalità- riconoscere che il problema del crimine definisce la risoluzione teorica e rischia di rimanere oggetto di continua disputa e contestazione.Attraverso questo articolo si propone di ricostruire i parametri entro i quali si può giungere ad una valutazione più ragionata e consapevole del “problema criminalità”.1.1Cos’è il crimine?Il dizionario di Oxford afferma: il crimine è un atto punibile dalla legge, in quanto vietato dalla legge o lesivo del benessere pubblico… un atto malvagio o dannoso, un delitto, un peccato di carattere grave.A prima letturatale definizione sembra semplice e incontrovertibile, ma le definizioni dei dizionari evitano qualsiasi complessificazione dell’interpretazione, combinando una serie di significati in competizione.Il reato si riferisce a particolari atti e comportamenti o alle loro sanzioni legali? É semplicemente l’esistenza della legge che crea il crimine? Cosa conta come “dannoso” “peccaminoso” o “cattivo”? Chi ritiene che alcuni atti siano peccaminosi e malvagi e altri no? Icodici morali e legali sono inseparabili?Analogamente, ci si potrebbe chiedere cosa si intenda per reato “grave”, grave per chi? tutti i crimini sono gravi? Infine, ciò che conta come crimine è universale e immutabile, oppure le società in momenti storici diversi richiedono tipi di diritto diversi, che a loro volta creano nuovecategorie di criminalità?In breve, le definizioni del dizionario pongono domande piuttosto che rispondere e per apprezzare a pieno e comprendere la complessità di queste domande bisogna allargare ampiamente il loro bulbo e tenere in considerazione la legge, i costumi sociali e l’ordine sociale e storicoReference: John Muncie & Eugene McLaughlin

3) Quanto è grave il crimine? da dove provengono le nozioni di serietà? le nostre paure sono fondate?Fare molte domande e cercare altrettante risposterichiede peròun bisogno immediato di un nostro critico allontanamento da un argomento che conserva il potere di sviluppare risposte altamente cariche ed emotive. Richiede che si sottoponga il concetto di crimine a una serie di decostruzioni e questo processo può essere riassunto come:- scomporre il concetto di problema del crimine nei suoi vari elementi costitutivi- rivelare le contraddizioni interne e le incongruenze tra questi elementi- disfare i presupposti del “senso comune” e resistere al loro posto all’interno di gerarchie di spiegazioni- riconoscere l’ampia gamma di interpretazioni che possono legittimamente far valere il dibattito sulla criminalità- riconoscere che il problema del crimine definisce la risoluzione teorica e rischia di rimanere oggetto di continua disputa e contestazione.Attraverso questo articolo si propone di ricostruire i parametri entro i quali si può giungere ad una valutazione più ragionata e consapevole del “problema criminalità”.1.1Cos’è il crimine?Il dizionario di Oxford afferma: il crimine è un atto punibile dalla legge, in quanto vietato dalla legge o lesivo del benessere pubblico… un atto malvagio o dannoso, un delitto, un peccato di carattere grave.A prima letturatale definizione sembra semplice e incontrovertibile, ma le definizioni dei dizionari evitano qualsiasi complessificazione dell’interpretazione, combinando una serie di significati in competizione.Il reato si riferisce a particolari atti e comportamenti o alle loro sanzioni legali? É semplicemente l’esistenza della legge che crea il crimine? Cosa conta come “dannoso” “peccaminoso” o “cattivo”? Chi ritiene che alcuni atti siano peccaminosi e malvagi e altri no? Icodici morali e legali sono inseparabili?Analogamente, ci si potrebbe chiedere cosa si intenda per reato “grave”, grave per chi? tutti i crimini sono gravi? Infine, ciò che conta come crimine è universale e immutabile, oppure le società in momenti storici diversi richiedono tipi di diritto diversi, che a loro volta creano nuovecategorie di criminalità?In breve, le definizioni del dizionario pongono domande piuttosto che rispondere e per apprezzare a pieno e comprendere la complessità di queste domande bisogna allargare ampiamente il loro bulbo e tenere in considerazione la legge, i costumi sociali e l’ordine sociale e storico.Reference: John Muncie & Eugene McLaughlin

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