DonnexStrada: il canale Instagram per “accompagnare” le donne a casa, attivando una diretta con un SOS - DONNEXSTRADA
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DonnexStrada: il canale Instagram per “accompagnare” le donne a casa, attivando una diretta con un SOS

Una pagina social che in poco tempo è diventata un punto di contatto, prevenzione, sostegno morale e psicologico

Dai, resto al telefono con te finché non arrivi”. È una delle frasi più rassicuranti che ci si scambia tra amiche, e non solo, se una persona si trova da sola in una strada così come in una zona che non conosce o che non fa sentire sicuri. Ma può capitare di ritrovarsi in questa situazione e di non poter chiamare una voce amica che possa incoraggiare e far compagnia, anche per pochi metri o pochi minuti che a volte sembrano infiniti.

Tra le iniziative più efficaci nate sulla rete c’è il progetto DonnexStrada, ideato dalla psicologa Laura De Dilectis che ha deciso di lanciare una campagna per la sicurezza in strada delle donne. Come? Usando Instagram con i messaggi in posta privata per ottenere subito una risposta, un aiuto, per avviare una diretta IG, della durata del tragitto da percorrere, che non verrà ri-condivisa sul social senza consenso.

Come racconta la fondatrice in uno dei primi post pubblicati, tutto è iniziato dopo la notizia della morte di Sarah Everard, la 33enne inglese avvicinata con l’inganno da un poliziotto, poi rapita, stuprata e uccisa mentre tornava a piedi a casa. Un atto vile e crudele che purtroppo potrebbe accadere ovunque.

1.Come chiedere aiuto?

Si invia un direct message alla pagina DonneXStrada o DirettaxStrada con scritto semplicemente “Diretta” oltre all’indirizzo o al tratto di strada da percorrere. Ci si può prenotare anche tramite il box condiviso nelle stories. Se si avverte di essere in pericolo si può scrivere “emergenza” o “sos”. Una volta scambiato un primo contatto inizia la diretta, che può essere pubblica o privata e quindi adatta anche a chi è minorenne.

2.Gli accorgimenti durante la diretta

In diversi post si consiglia di non indossare le cuffie, al limite solo una per essere più vigili ai rumori circostanti. Per dare meno nell’occhio, è bene non guardare sempre il video; inoltre viene consigliato di non inquadrare il posto in cui ci si trova per questioni di privacy, in particolare di chi chiede aiuto. Inoltre si riporta molto spesso il numero unico delle forze dell’ordine, il 112, da contattare subito se ci si trova in una situazione di pericolo.

3. Risultati incoraggianti

In meno di un anno sono state accompagnate al sicuro oltre 700 persone grazie a un team di volontarie che cresce e che hanno fatto rete, una rete di sicurezza, per non lasciar cadere nessuno nella paura. Un servizio potenziato anche con seminari e l’accesso a uno sportello di sostegno psicologico, NoixVoi, dal prezzo calmierato al quale ci si più rivolgere online e offline. Dietro a tutto questo ci sono diverse professioniste che tengono insieme un sistema di protezione rivolto alle donne, alle ragazze ma anche alla sfera maschile.


4. I numeri di un crescente disagio

Se la pandemia ha evidenziato il valore del servizio sanitario universale – ovvero garantito a tutti – allo stesso tempo ha fatto vedere chiaramente come sia necessario il potenziamento dello stesso anche dal punto di vista del sostegno psicologico a vari livelli. Uno studio apparso sulla rivista Lancet nell’ottobre 2021, ha registrato nel mondo un aumento del 26% dei casi legati ai disturbi d’ansia e una crescita del 28% per quelli legati alla depressione. Il rapporto sulla salute Health at a Glance 2021 stilato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha osservato più attentamente l’Italia dove i sintomi di depressione sono triplicati rispetto all’anno precedente. Nell’ultima Legge di Bilancio è stato approvato il fondo per il sostengo psicologico in favore degli studenti. Restano esclusi tutti coloro che, anche a causa della situazione instabile da Covid, ne avrebbero comunque necessità ma magari non hanno i mezzi economici necessari, soprattutto se il disturbo che si avverte non è certificato da una ricetta medica.

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