I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA o DA) - DONNEXSTRADA
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I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA o DA)

Premessa: questo articolo non vuole essere un modo per autodiagnosticarsi un disturbo alimentare, bensì essere una fonte di conoscenza, informazione e consapevolezza verso un mondo invisibile che è molto più presente di quanto si possa immaginare. Alla fine dell’articolo sono presenti i riferimenti per chiedere aiuto sul territorio italiano se si sospetta di soffrire di un DA.

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono malattie psichiatriche caratterizzate da un persistente disordine dell’alimentazione o dei comportamenti collegati ad essa. Questo determina un alterato consumo o assorbimento di cibo che danneggia significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale dell’individuo. (American Psychiatric Association – DSM-V, 2013)

Domande che spesso sono fatte dalle persone che ne soffrono o dalle persone che sono accanto a chi soffre sono: “È un problema che nasce da un cattivo rapporto con i genitori o con la mamma?”, “È dovuto alla pressione sulla magrezza esercitata dai media e dal mondo della moda?”; “È una scelta personale o una malattia?”; “È un capriccio, una richiesta di aiuto o una protesta?”.

I dati derivati dalla ricerca più recente sembrano indicare che derivino dalla combinazione di predisposizione genetica (fattore generico e non modificabile) e fattori di rischio ambientali ma le cause specifiche non sono note: è la complessità dell’interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali a giocare un ruolo importante nell’aumentare il rischio del loro sviluppo. (Dalle Grave, 2015)

Negli ultimi anni, comunque, sono stati compiuti progressi significativi sia nella loro comprensione sia nel trattamento.

I dati più recenti relativi alla Survey epidemiologica condotta a livello nazionale nell’ambito del Progetto “Piattaforma per il contrasto alla malnutrizione in tutte le sue forme (triplo burden: malnutrizione per difetto, per eccesso e da micronutrienti)” finanziato dal Ministero della Salute e conclusosi a febbraio 2021, hanno mostrato un aumento della patologia diffuso in tutto il territorio nazionale e la difficoltà di accesso alle cure in molte regioni italiane, con gravi conseguenze sulla prognosi. (DNA – Dati epidemiologici – Ministero della Salute, 13 marzo 2023)

I dati confermano un aumento della patologia di quasi il 40% rispetto al 2019, un dato sottostimato poiché esiste in questa patologia una grande quota di pazienti che non arriva alle cure. La pandemia da COVID-19 e il conseguente isolamento sociale sono stati determinanti nell’aumento vertiginoso di questi numeri. La Survey rivela anche un ulteriore abbassamento dell’età di esordio (il 30% della popolazione con un DA è sotto i 14 anni) e una maggiore diffusione nella popolazione maschile (nella fascia tra i 12 e 17 anni comprende il 10%). (DNA – Dati epidemiologici – Ministero della Salute, 13 marzo 2023)

L’importanza dell’identificazione e dell’intervento precoce sta nel fatto che tali patologie, se non trattate adeguatamente, aumentano il rischio di complicanze organiche rilevanti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) con rischio di cronicizzazione e anche, nei casi più severi, di mortalità. (AIDAP – Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso)

Secondo la classificazione fornita dal DSM-V, i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione sono: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder – BED), Pica, Disturbo da ruminazione, Disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo, Disturbo della nutrizione con/senza specificazione (forme miste o disturbi non ancora classificati), Sindrome da alimentazione notturna, Ortoressia, Neofobia alimentare, Diabulimia, Drunkoressia, Vigoressia e altre forme sottosoglia e/o con caratteristiche miste che non hanno un nome specifico che le identifica. (DSM-V)

Il Disturbo Alimentare più frequente è il Disturbo da Alimentazione Incontrollata.

I fattori di rischio sono molteplici: generici, individuali per le malattie mentali e specifici solo dei disturbi alimentari, di mantenimento, precipitanti. (Macpherson-Sànchez, 2015)

I fattori di rischio generali (genetica, sesso femminile, adolescenza e prima età adulta, vivere in una società occidentale) si riferiscono a condizioni non modificabili che aumentano in generale il rischio di sviluppare i DA (cioè costituiscono un aumento di rischio per tutta la popolazione).

I fattori di rischio individuali si riferiscono a condizioni che colpiscono in modo specifico il sottogruppo di individui che sviluppa il disturbo dell’alimentazione; questi possono essere:

  • legati a condizioni presenti nei familiari (es. DA in un familiare, depressione, alcolismo, altri);
  • esperienze avvenute prima dello sviluppo del disturbo dell’alimentazione (es. complicanze ostetriche/perinatali, abusi sessuali, derisione per peso e forme del corpo, lavori che incoraggiano la magrezza);
  • caratteristiche dell’individuo (ansia e disturbi d’ansia, tratta di personalità specifici, preoccupazione per peso e forma del corpo);
  • comportamenti (dieta intesa come regime alimentare restrittivo da seguire).

 

L’esperienza maturata dai/dalle professionisti/e del settore evidenzia l’importanza di prevedere un intervento precoce che sia strutturato e si avvalga della collaborazione di diverse figure professionali all’interno di un percorso multidisciplinare in équipe in modo da evitare che la persona venga esposta al rischio di interventi frammentari, che ne parcellizzino la storia personale, evolutiva e di disagio. (AIDAP)

La riabilitazione, e quindi il percorso di cura che si intraprende per guarire da un DA, prevede la presenza di un’équipe multidimensionale e interdisciplinare composta almeno da: medicə psichiatra, medicə specialista in scienze dell’alimentazione, dietista, psicologə psicoterapeuta, altre figure specialistiche qualora necessarie quali medicə ginecologə, diabetologə, internista; allorché la persona che soffre di un DA sia un/una minore è importantissimo anche il ruolo della scuola.

In ultimo, ma non per importanza, la famiglia è un caposaldo essenziale prima, durante e dopo tutto il percorso di riabilitazione da un DA; la famiglia e le persone che vivono quotidianamente accanto a chi soffre di un DA probabilmente avranno bisogno di supporto tanto quanto la persona interessata ma spesso non si sa come e a chi chiedere aiuto. In primis bisogna imparare a chiedere aiuto e ad accettare che si ha bisogno dell’altrə.

Da un disturbo alimentare si può guarire e questa è la cosa più importante da tenere a mente.

Anche se non abbiamo accanto o non siamo persone con un DA, coltivare ogni giorno una maggiore cura e attenzione nei gesti, negli sguardi, nei modi, nelle parole e nelle non parole (usando il silenzio) che scegliamo di usare per esprimere concetti legati a cibo, peso e corpo è un atto rivoluzionario che si inserisce integralmente nel processo di prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, al quale ognuno di noi può contribuire.

Laura Giordano, dietista

Se pensi di soffrire di un DA o che qualche persona a te cara ne soffra qui di seguito ti elenco le modalità per poter chiedere aiuto sul territorio nazionale italiano.

  • Chiamando il numero Verde SOS Disturbi Alimentari 800 180969 (servizio anonimo e gratuito)
  • Cercando un centro di cura attraverso la mappatura territoriale dei centri che si occupano della riabilitazione dei disturbi alimentari con diversi livelli di cura – progetto MA.NU.AL., che nasce con lo scopo di rendere visibili in tempo reale le informazioni aggiornate dei centri registrati sul sito https://piattaformadisturbialimentari.iss.it/
  • Accesso in pronto soccorso attraverso il CODICE LILLA, istituito appositamente per rendere prioritaria la richiesta di aiuto anche in pronto soccorso.
  • Contattando associazioni come Animenta (https://animenta.org/contact/) che operano su tutto il territorio nazionale che ti metteranno in contatto con un centro/un/una professionista che potrebbe fare al caso tuo.

A livello internazionale un buon punto di riferimento è la NEDA (National Eating Disorders Association) https://www.nationaleatingdisorders.org/, utile sia per professionistə del settore che per chi non opera in questo campo ma ha bisogno/voglia di informarsi.

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