Il Cat Calling - DONNEXSTRADA
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Il Cat Calling

Con il termine “cat calling” si fa riferimento a tutti quei comportamenti molesti messi in atto nei confronti di persone sconosciute incontrate per strada, in discoteca, sul posto di lavoro, al parco.

Delle vere e proprie molestie verbali: fischi, apprezzamenti, applausi, suoni del clacson, insulti.

Viene identificata come una molestia dato che il destinatario non è consensiente, la donna rappresenta la parte lesa, l’oggetto passivo sessualizzato.

Spesso questi gesti vengono associati ad apprezzamenti, tralasciando l’impatto psicologico della violenza subita: subentrano, infatti, molte emozioni e risvolti negativi come paura, ansia, rabbia e nervosismo, ma non solo anche depressione, disturbi del comportamento alimentare, diminuizione dell’autostima.

Secondo la definizione di Bartky (1990) “si parla di sessualizzazione quando le parti sessuali o le funzioni di individuo sono separate dalla sua persona, ridotte allo stato di mero strumento o guardate come se fossero capaci di rappresentarla nella sua interezza”.

Ridurre la donna ad un mero oggetto sessuale sottolinea quanto la società attuale sia tendenzialmente maschilista e potenzialmente pericolosa. Pensarsi come un oggetto, per una donna, potrebbe predire lo sviluppo di gravi danni psicologici.

Ovviamente in questo contesto, non appare difficile immaginare quantoledonne si sentano particolarmente a disagio ed in pericolo. Ciò grava notevolmente sullo stato psicofisico delle vittime.

Diverse ricerche dimostrano come il fenomeno del cat calling coinvolga quasi prevalentemente la popolazione femminile, riportando un numero molto minore di eventi nei confronti degli uomini.

Le donne sessualizzate vengono maggiormente colpevolizzate rispetto alle donne non sessualizzate dato che la responsabilità della molestia viene fatta ricadere sulla vittima piuttosto che sull’aggressore. Non è strano sentirsi dire frasi come “Bhè te la sei cercata”, “Metti una gonna più lunga”, “La tua scollatura è troppo provocante”.

Sorge spontanea una domanda: devono essere le donne a cambiare il proprio modo di vestire o devono essere gli uomini – e la società in generale- ad  essere educati e sensibilizzati al rispetto?

Dottoressa Vittoria Cosentino

Psicologa, psicoterapeuta in formazione

È attivo il Supporto Psicologico di DONNEXSTRADA, servizio che mette a disposizione un team di psicologhe e psicoterapeute professioniste e specializzate. Consulta questa pagina per approfondire il servizio e richiedere maggiori informazioni.

Abrams, D., Viki, G. T., Masser, B., & Bohner, G. (2003). Perceptionsof stranger and acquaintance rape: The role of benevolent and hostile sexisminvictim blame and rape proclivity. Journal of Personality and Social Psychology, 84(1), 111–125.

Bartky, S. L. (1990). Feminity and domination: Studies in the phenomenology of oppression. New York: Routledge.

Landrine, H., & Klonoff, E. A. (1997). Discrimination against women: Prevalence, consequences, remedies. Thousand Oaks, CA: Sage. Lingiardi, Nardelli (2014). Identità e orientamento sessuale. L’omosessualità e gli altri orientamenti sessuali.

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