Il costo del silenzio – la violenza domestica - DONNEXSTRADA
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Il costo del silenzio – la violenza domestica

Secondo l’Articolo 1 della “Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne”, questa consiste in ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà.

La forma più comune di violenza è la violenza domestica, tramite cui viene imposto il proprio volere dominando e manipolando l’altro. Rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale (OMS, 2002).

La violenza nelle sue varie forme

Distinguiamo diversi tipi di violenza: psicologica, fisica, sessuale, economica.

Insulti, minacce, stalking ed umiliazioni sono alla base della violenza psicologica (o abuso emozionale), silenziosa e logorante. Comportamenti mirati a ledere l’autostima e l’identità della persona. È un tipo di violenza subdolo e meno riconoscibile, proprio a causa della sua difficile e tardiva identificazione, viene spesso data poca importanza al fenomeno, sottovalutando quindi le sue conseguenze psicopatologiche così profonde e distruttive.

 

La violenza fisica è la tipologia più conosciuta e condannata dall’opinione pubblica poiché è maggiormente riconoscibile e manifesta a livello fisico tramite ematomi, contusioni, bruciature. Si parla di maltrattamento fisico nel caso in cui vengano esercitate intenzionalmente atti di violenza fisica diretta o indiretta nei confronti della vittima.

 

La violenza sessuale comprende qualsiasi atto sessuale imposto, che avviene senza il consenso della donna; tra questi: aggressioni sessuali, pornografia, prostituzione, incesto. Include un’ampia gamma di comportamenti sessuali dal baciare al molestare fisicamente e verbalmente, fino allo stupro. Può rappresentare anche un atto di potere, senza l’utilizzo della forza fisica.

Per quanto riguarda i dati ISTAT del 2015 hanno riportato che 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri.

 

Per ultimo, ricordiamo la violenza economica, di cui fanno parte tutti quei comportamenti che generano una dipendenza economica; ogni atto che ha lo scopo di privare la vittima – in tutto o in parte – della propria indipendenza economica o della partecipazione al godimento e alla gestione delle finanze domestiche comuni.

“Atti di controllo e monitoraggio del comportamento di una donna in termini di uso e distribuzione del denaro, con la costante minaccia di negare risorse economiche, o impedendole di avere un lavoro e un’entrata finanziaria personale e di utilizzare le proprie risorse secondo la sua volontà

Tra questi rientrano anche quei comportamenti che sfruttano il lavoro della donna per ottenere un vantaggio economico. È un fenomeno fortemente sottostimato, il quale può portare a forti ripercussioni sulla salute fisica e psichica delle vittime.

 

Cappai M., “Guida alle norme contro la violenza sessuale”. Punto di fuga ed., 1997.

Cattaneo, A. Gentilomo, T. Motta, M. Ruspa. “Abuso e violenza sessuale” – Milano : Edi.Ermes, 2006.

ISTAT, “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia” (2015). Consultato da: https://www.istat.it/it/archivio/161716.

ONU, Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne (1993)

Sarmiento I., “Violenza sessuale: rilevanza sociale del fenomeno e valutazioni di gruppi di soggetti”, tesi di laurea non pubblicata, Università degli Studi di Padova (2004).

 

Psicologa Vittoria Cosentino

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