Il fenomeno del Catcalling in Italia e in Europa
Cos’è il Catcalling?
La parola catcalling nasce dalla fusione di due termini inglesi “cat” e “calling ed indica apprezzamenti indesiderati, rivolti generalmente ad una donna per strada o sui mezzi pubblici da parte di uomini, che esprimono il proprio parere sulla passante: fischi, frasi fastidiose, inseguimenti, avance sessuali.
In buona sostanza il catcalling è un corteggiamento molesto, fastidioso e viene definito “molestia stradale”.
Nel 2014 da uno studio sulle “molestie di strada” della Cornell University e dell’Associazione Hollaback – che ha coinvolto 16.000 donne – è emerso che la prima esperienza di catcalling avviene generalmente durante la pubertà e, in particolare, il 79% delle italiane intervistate ha subito molestie verso i 17 anni.
Il catcalling include comportamenti solo con connotazioni sessuali?
Secondo un articolo dell’Organizzazione no-profit Stop Street Harassment le molestie di strada non sempre includono azioni o commenti con connotazioni sessuali, poiché possono anche sfociare in insulti riguardanti l’etnia, la religione, la classe sociale e la disabilità, mostrando quindi un intento discriminatorio.
Quali sono le reazioni delle vittime?
A fronte di tali molestie verbali, le vittime si sentono oggetto di desiderio sessuale e ciò generalmente provoca turbamento, inquietudine, paura e non si riesce più a camminare serenamente da sole per strada, soprattutto di notte.
Si prova anche rabbia, in quanto ci si sente impotenti, incapaci di difendersi e di replicare, oppure obbligate a cambiare strada, al fine di evitare di incontrare chi si è mostrato maleducato o potrebbe diventare ulteriormente pericoloso.
Non tutte le vittime reagiscono nello stesso modo: una risposta calma e ferma ai commenti indesiderati; la denuncia alle autorità competenti; una risata; una fuga; essere paralizzate dalla paura.
Anna Falchi parlando di catcalling ha affermato: “Ma magari a 50 anni mi fischiassero per strada”. Addati, ex tronista di Uomini e donne e una influencer popolare, vittima di catcalling, ha invece detto: “Sono offesa e disgustata”.
La ragazza che si è costituita parte civile nel processo per catcalling a Milano contro 3 militari ha così testimoniato: “All’inizio non ho dato peso alle loro parole. Poi dopo che per tutto il giorno mi hanno importunata, sono esplosa. Alla fine sono scoppiata anche a piangere. Mi sono sentita minacciata”.
Il catcalling è reato nei paesi europei?
Si è tornati a parlare recentemente di catcalling, poiché il Ministro inglese dell’Interno, Suella Braverman, ha manifestato la sua intenzione di sostenere le proposte di modifica della legge sull’ordine pubblico del 1986, per creare un nuovo reato di “molestie sessuali pubbliche”. E ciò al fine, non solo di punire coloro che compiranno tale reato, ma soprattutto di incoraggiare a denunciare: anche la violenza verbale per strada va punita. “Ogni donna dovrebbe sentirsi al sicuro a camminare per le nostre strade”, ha commentato il Ministro, “Le molestie sessuali sono già reato. Ma si spera che la creazione di un nuovo reato per ‘molestie stradali’ incoraggi sempre più persone a denunciarle alla polizia”.
In Francia il catcalling è reato e consiste “nell’imporre a una persona osservazioni o comportamenti di natura sessuale o sessista che ledano la dignità di tale persona in ragione del loro carattere degradante o umiliante, o che creino situazioni intimidatorie, ostili o offensive”. Si decise di punire “la molestia di strada” con un apposito reato, poiché in base ad uno studio l’83% delle donne francesi erano state vittime per strada di apprezzamenti pesanti e osceni o di intimidazioni.
In Portogallo, Belgio e Paesi Bassi il catcalling è un reato, punito con multe o pene detentive.
In Italia il catcalling è regolamentato?
In Italia non esiste una norma specifica sul catcalling; in base al caso concreto, questi fastidiosi apprezzamenti potrebbero configurare due differenti reati: stalking o molestie.
Per la sussistenza del delitto di stalking occorre la reiterazione dei comportamenti persecutori, poiché è un reato abituale, nonché almeno uno degli eventi previsti dall’art. 612 bis c.p., ossia la paura, il timore per la propria o altrui incolumità oppure la necessità di modificare le proprie abitudini di vita.
La “Molestia o disturbo alle persone” è prevista dall’art. 660 c.p. ed è una contravvenzione che punisce chi, in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero con mezzo telefonico, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo.
Secondo giurisprudenza costante per petulanza si intende un atteggiamento di arrogante invadenza e di intromissione continua, sgradita ed inopportuna nell’altrui sfera di libertà: fastidiosi e pressanti saluti con modalità invasive, incontri non casuali, inseguimenti per strada, soste sotto casa, tutto ciò con il manifesto disappunto della vittima. Secondo la Cassazione si tratta di un “corteggiamento” ostinato, sgradito, esplicitamente molesto, pressante e intollerabilmente indiscreto.
Occorre precisare che sebbene il catcalling sia stato inquadrato nella fattispecie di cui all’art. 660, ciò che differenzia astrattamente il catcalling dal reato di molestie o di disturbo alle persone è il bene giuridico protetto dalla norma: tradizionalmente, si ritiene che questo crimine intenda punire il turbamento alla pubblica tranquillità e non la dignità della persona offesa molestata. Tanto è dimostrato dal fatto che il reato in questione è procedibile d’ufficio e, pertanto, denunciabile da chiunque, non solo dalla vittima.
Conclusioni.
Per catcalling, quindi, non si fa riferimento ad ogni forma di corteggiamento, ma solo a quelle effettivamente moleste, pericolose, fastidiose ed umilianti. Questo “corteggiamento molesto” può diventare anche una violenza sessuale, se dalla “molestia sessuale” l’agente pone in essere “atti sessuali” (“palpeggiamento” dei glutei o del seno, baci, anche sulla guancia).
Molte donne non escono di sera per timore oppure, se escono, non si sentono sicure. Pertanto, quando siete per strada e avete paura, contattate @donnexstrada tramite @violawalkhome su Instagram, per essere “accompagnate” a casa virtualmente.
Avv. Stefania Crespi
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