La rivoluzione sessuale ancora da fare in questa società patriarcale
Come scriveva Goodman (1964) “la rivoluzione sessuale è un’altra delle rivoluzioni tristemente interrotte”. Infatti le resistenze e le violenze che ancora si oppongono alla parità tra i generi evidenziano come il controllo della sessualità e delle sue forme di espressione sia ancora un potente strumento di oppressione sociale.
Per portare avanti questa rivoluzione, dobbiamo liberare la sessualità dalla stretta morsa della morale patriarcale e religiosa ancora forte nella nostra società.
Un sistema patriarcale che limita e degrada la sessualità femminile e quella di chiunque non si riconosca in una sessualità moralmente codificata come etero orientata, e che ha dato vita ad una cultura basata sulla forza, il dominio e il potere.
Solo superando questa visione culturale possiamo costruire una società inclusiva, aperta, libera.
“Le parole sono importanti”: cosa evoca la parola sessualità
Quando si parla di “abusi o molestie sessuali” si fa un riferimento errato alla sessualità. Difatti sarebbe più accurato definirli come veri e propri atti delinquenziali piuttosto che sessuali, vista la totale assenza di consenso della parte lesa.
E’ ciò che facciamo di fronte a innumerevoli reati, definiamo quei comportamenti come criminali. Di fronte ad un abuso sessuale invece chi compie il comportamento criminale viene si mal giudicato, assieme però alla vittima che in qualche modo diventa quella che ha provocato o se l’è cercata. Insomma, per dirla semplicemente “Oltre il danno, la beffa”.
Nella nostra società, almeno nel dibattito pubblico, violare l’integrità fisica e il diritto all’autodeterminazione di una persona, è di fatto meno grave che rubare in un negozio: nessuno direbbe mai che mettere i gioielli in vetrina è un modo per provocare e indurre ad un atto delinquenziale.
Quì entra in gioco l’etimologia della parola sessualità, che evoca unione, partecipazione e piacere reciproco. Utilizzando la parola “sessualità” per definire un reato, si finisce inevitabilmente per alimentare un sospetto di complicità e corresponsabilità tra le due parti in causa.
Comportamento irresponsabile vs delinquenziale
Il comportamento irresponsabile si basa su un delirio individualistico che dice “se questa cosa va bene per me andrà per forza bene anche per gli altri”. Di conseguenza avrò dei vantaggi senza pagarne il prezzo.
Ci si assume la responsabilità delle proprie azioni, ma con un grado di consapevolezza inferiore rispetto a chi mette in atto comportamenti sociali responsabili. La persona irresponsabile, in realtà, è inconsapevole di tante conseguenze che le sue azioni possono avere, cioè è convinta di non fare del male a nessuno.
Nel comportamento delinquenziale e/o criminale in primo piano c’è l’indifferenza delle conseguenze delle mie azioni sulle altre persone e sul diritto di violentare i confini del mio ambiente per ricavarne un proprio guadagno e soddisfazione.
La situazione si complica ulteriormente in quelle situazioni in cui il comportamento delinquenziale viene sostenuto dal governo e dalla morale.
Il rischio di parlare di violenze sessuali è che si possa giustificare o attenuare la violenza associandola alla sessualità, vista come ricerca di piacere reciproco. Dovremmo separare i comportamenti delinquenziali dalla sessualità, creando così una cultura diversa da quella attuale. In tal modo, potremmo iniziare a vedere la sessualità per ciò che è: una forza creativa, che sostiene l’unione tra le persone attraverso esperienze piacevoli e intime, ma capace anche di portare al caos, al cambiamento, alla rivoluzione.
Psicologa
Giulia Morigoni
Goodman P. (1964), La gioventù assurda. Problemi dei giovani nel sistema organizzato, Einaudi, Torino.
Pizzimenti M., Bellini B. (2022) Sessuologia della Gestalt. Manuale imperfetto per continuare la rivoluzione sessuale, FrancoAngeli, Milano.