LA VIOLENZA INVISIBILE - DONNEXSTRADA
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LA VIOLENZA INVISIBILE

In una relazione intima violenta possono essere agite varie forme di violenza: fisica, sessuale ed economica, ma quella più difficile da riconoscere è la violenza psicologica, per tale motivo viene definita anche “violenza invisibile”. In questo caso, il maltrattamento ha come obiettivo l’effrazione della mente della donna, ciò avviene in modo continuativo e subdolo. Questo tipo di violenza può essere considerata come il minimo comune denominatore nelle relazioni violente, perché è presente nella maggior parte dei casi, associata anche ad altre forme di violenza.

 

FORME DI VIOLENZA PSICOLOGICA

La violenza psicologica include una serie di atteggiamenti e comportamenti finalizzati a svalutare la vittima, trattarla come oggetto, attribuirle eccessiva responsabilità, privarla dei rapporti con la famiglia d’origine e con gli amici ed infine creare un clima di paura. Questo tipo di violenza è molto sottile e difficile da percepire, e se protratto nel tempo è in grado di provocare nella vittima una grande sofferenza psicologica. Esempi di violenza psicologica sono: minacce e atti intimidatori, insulti, denigrazioni, umiliazioni finalizzate ad attaccare l’identità e l’autostima della vittima, e ad isolare e/o controllare le relazioni della stessa con gli altri. Quindi essa viene esercitata attraverso il controllo, l’isolamento, le umiliazioni, le critiche, le minacce, l’abuso strumentale dei figli e l’abuso emozionale.

Una forma di violenza psicologica molto diffusa è la gelosia patologica, spesso interpretata come “troppo amore”, ma che in realtà è espressione di possesso. L’associazione tra gelosia e amore porta a giudicare in maniera meno negativa la “violenza da gelosia”. Generalmente si sviluppa fin dall’inizio della relazione, ma non viene intesa come violenza, che effettivamente è.

 

LA VIOLENZA CHE SVALUTA 

In questo genere di relazione la donna perde la sua qualità di persona, viene vista come un

qualcosa da avere sotto il proprio controllo e su cui poter sfogare la propria rabbia. La violenza annulla completamente l’autostima della donna e la rende incapace a partecipare ad una normale vita sociale. Il maltrattante ha come obiettivo quello di denigrare ed umiliare pubblicamente la donna. L’abuso psichico può essere agito anche attraverso l’uso di giochi psicologici che portano la donna a dubitare di sé e a colpevolizzarsi. Questi attacchi riguardano spesso: il ruolo che la vittima ricopre in famiglia, il suo aspetto fisico, la sua intelligenza, l’insieme di tutto ciò può portare la donna a sentirsi come viene descritta dall’altro. Tutti questi giochi mentali spingono la donna a dubitare della propria capacità di giudizio. In questo tipo di violenza, il controllo viene usato come mezzo attraverso cui

ottenere la soggezione dell’altro.

 

Il RICONOSCIMENTO DELLA VIOLENZA PSICOLOGICA

Riconoscere la violenza psicologica non è facile, in quanto il suo riconoscimento implica

dinamiche complesse, non lasciando ferite visibili è più facile occultarla, ma farlo è fondamentale. Questa violenza porta con sé un messaggio intrinseco, cioè che la vittima è una persona priva di valore e l’internalizzazione di questo messaggio la porta a perdere la propria autostima, il senso di sè e della realtà, a sentirsi responsabile e colpevole dell’esperienza di abuso.

 

Dott.ssa Alessia Spinella, Psicologa Clinica

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Riferimenti Bibliografici

Bonechi, A., & Tani, F. (2011). Le ferite invisibili: l’abuso psicologico nelle relazioni di coppia. Psicologia clinica dello sviluppo, 15(3), 491-524.

Filippini, S. (2005). Relazioni perverse. La violenza psicologica nella coppia (Vol. 8). FrancoAngeli.

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