L’esperienza traumatica della violenza di genere - DONNEXSTRADA
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L’esperienza traumatica della violenza di genere

Effetti della violenza

Il trauma vissuto dalla donna vittima di violenza, sconvolge il suo mondo interno, sopraffacendo il normale adattamento alla vita. La violenza subita da parte di un altro essere umano, ancor di più dal proprio compagno e in maniera cronica, espone fortemente la donna ad un’esperienza traumatica che indebolisce e frammenta il suo assetto psichico, aumentando le sue fragilità, soprattutto sul piano psicologico.

Tutto ciò ha un forte impatto negativo sulla qualità della vita della donna, non permettendole il superamento del trauma. Le vittime, in seguito a tale esperienza, possono abitualmente “definirsi” quasi esclusivamente in base all’esperienza traumatica. In seguito alle violenze subite le donne possono essere soggette ad un Sè danneggiato, in quanto viene minata la loro dignità e autonomia. Queste donne perdono

la propria autostima, si sentono umiliate, e la loro identità “pre-trauma”, non esiste più.

La costruzione del sè che il soggetto si è costruito con il tempo, in tale situazione risulta essere sotto attacco, questi eventi intaccano anche la sicurezza che il soggetto ha del mondo e può perdere tutte le certezze costruitesi fino a quel momento. In seguito a tale dinamica, vengono minati quei costrutti attraverso i quali l’individuo entra in relazione con sé, con gli altri e il resto del mondo.

 

Dal punto di vista della salute

Queste esperienze traumatiche vissute dalle donne alterano il loro sviluppo causando dei sintomi che interessano la sfera fisica, emotiva, interpersonale e sociale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (2019) afferma che la violenza di genere è un grave problema di salute pubblica, che incide direttamente sul benessere fisico e psichico delle donne e indirettamente sul benessere sociale e culturale di tutta la popolazione. Infatti, possiamo riscontrare una relazione tra le donne esposte agli abusi e il manifestarsi di ansia, depressione e tentativi di suicidi.

 

Disturbo post traumatico da stress complesso

In seguito ad un’esperienza traumatica il singolo può sviluppare un disturbo post traumatico da stress, ma nelle situazioni di violenza è senz’altro riduttivo parlare di DPTS. È più appropriato parlare di disturbo post traumatico da stress complesso che può svilupparsi in seguito ad una ripetuta esposizione ad un trauma.

Tale disturbo è inserito nel Manuale Diagnostico dell’American Psychiatric Association e racchiude una serie di criteri:

  • storia di soggezione, controllo totalitario per un periodo prolungato (es: violenza domestica, abuso fisico e sessuale nell’infanzia);
  • alterazioni nella regolazione degli affetti (es: persistente disforia, autolesionismo e rabbia esplosiva o inibita);
  • alterazioni della coscienza (es: amnesia o ipermnesia, episodi dissociativi e depersonalizzazione);
  • alterazione nella percezione di sé (senso di impotenza, vergogna, colpa e autodenigrazione, senso di svalutazione);
  • alterazione nella percezione del persecutore (es: preoccupazione per la relazione con il persecutore, idealizzazione o gratitudine paradossale, senso di una relazione speciale);
  • alterazioni nelle relazioni con gli altri (es: isolamento e ritiro, disturbi nelle relazioni intime e ricerca ripetuta di un salvatore);
  • alterazioni nei sistemi di significato (es: perdita di fiducia e senso di inutilità e disperazione).

Il trauma viene continuamente rivissuto, in quanto esso ha un carattere intrusivo e irrompe sotto forma di ricordi, flashback sia durante la veglia, che durante il sonno. I ricordi traumatici si differenziano dai normali ricordi, in quanto sono privi di narrazione verbale e contesto. Il trauma non viene rivissuto solo attraverso i pensieri e sogni, ma anche nella messa in atto, cioè nell’azione. Il rivivere tali ricordi implica una sofferenza emotiva. L’evento traumatico porta con sé sentimenti di paura, terrore, colpa e vergona, che possono persistere per lungo tempo intaccando l’adattamento della donna.

L’identità di una persona esposta ad un trauma cronico è frammentata e necessita di una lettura che tenga conto della storia di abuso, per tale motivo è fondamentale differenziare il disturbo post traumatico complesso dal DPTS.

 

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Bibliografia

Bruno, T. (2003). Percorsi di uscita dalla violenza. Trattato generale degli abusi e delle dipendenze, 1, 497-523.

Herman, J. L (2011). Guarire dal trauma. Affrontare le conseguenze della violenza, dall’abuso domestico al terrorismo, Magi, Roma (ed.. or. 1992).

Luxenberg, T., Spinazzola, J., &, B. A. (2001). Complex trauma and disorders of extreme stress (DESNOS) diagnosis, part one: Assessment. Directions in psychiatry, 21(25), 373-392.

Pearlman, L. A., & Saakvitne, K. W. (1995). Trauma and the therapist: Countertransference and vicarious traumatization in psychotherapy with incest survivors. WW Norton & Co.

 

Dott.ssa Alessia Spinella, Psicologa Clinica

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