Metodi anticoncezionali: quali sono e come funzionano?
Nelle ultime settimane si è sentito molto parlare della pillola anticoncezionale per via della decisione dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e del Comitato Prezzi e Rimborsi (CPR) di rendere gratuito l’acquisto di questo metodo anticoncezionale. In realtà la pillola è solo uno dei tanti metodi anticoncezionali che un singolo individuo o una coppia può utilizzare, non solo per ridurre il rischio di gravidanze indesiderate ma soprattutto per ridurre l’esposizione a infezioni sessualmente trasmissibili (IST).
- Quali sono i metodi contraccettivi e come si classificano?
La contraccezione e quindi i diversi metodi utilizzabili servono ad impedire la fecondazione dell’ovulo femminile e quindi una gravidanza, inoltre quelli definiti di barriera impediscono l’esposizione ad agenti infettivi e quindi riducono l’insorgenza di un’infezione a trasmissione sessuale.
La classificazione dei metodi contraccettivi varia a seconda della tipologia o del loro funzionamento; in particolare si possono considerare queste classificazioni:
- Ormonale: gli ormoni (estrogeni e/o progesteroni) somministrati impediscono la fecondazione
- Di barriera: il metodo impedisce l’incontro tra ovulo e spermatozoo
- Naturali: astensione dei rapporti sempre o in particolari momenti della vita fertile
- Temporaneo: utilizzato per una durata variabile ma temporaneamente (es. spirale intrauterina)
- Irreversibile: intervento chirurgico femminile o maschile ma non reversibile
- Da utilizzare prima del rapporto: l’utilizzo inizia prima del rapporto sessuale (es. pillola anticoncezionale)
- Da utilizzare durante il rapporto: l’utilizzo inizia durante il rapporto sessuale (es. preservativo maschile)
- Da utilizzare dopo il rapporto: l’utilizzo avviene dopo il rapporto sessuale (es. contraccezione d’emergenza)
- Maschile: è l’uomo che utilizza il metodo contraccettivo (es. preservativo maschile)
- Femminile: è la donna che utilizza il metodo contraccettivo (es. preservativo femminile)
- Contraccettivi ormonali
Il metodo contraccettivo ormonale più conosciuto è la pillola anticoncezionale nel quale sono presenti degli ormoni che impediscono la fecondazione; la pillola è assunta quotidianamente dalla donna per 21 o 28 giorni a seconda della sua formulazione; il cerotto ha lo stesso funzionamento della pillola ma con ridotto rischio di dimenticanza perché rimane in posizione per una settimana intera. Meglio ancora è l’utilizzo dell’anello vaginale perché rimane in sede per tre settimane consecutive e non è influenzato da eventi come il vomito o la diarrea.
Tra i metodi ormonali a lunga durata ci sono l’iniezione intramuscolare periodica (poco utilizzata in Italia), l’impianto sottocutaneo che ha un’efficacia fino a 3 anni e la spirale medicata che ha un’efficacia tra i 3 e i 5 anni. Di spirale ne esiste anche un’altra, che non sfrutta gli ormoni ma il rame che analogamente evita l’impianto.
Tutti questi metodi contraccettivi ormonali devono essere prescritti, valutando le caratteristiche e l’anamnesi della donna ed alcuni necessitano il posizionamento da parte di un professionista qualificato; inoltre è bene ricordare che nessuno di questi metodi protegge da infezioni sessualmente trasmissibili, per le quali è indispensabile un metodo di barriera, come il preservativo.
- Contraccettivi di barriera
Il contraccettivo di barriera più utilizzato è il condom o preservativo maschile, che raccoglie lo sperma e ne impedisce la fuoriuscita in vagina; analogo come funzionamento è il preservativo femminile che viene però posizionato prima di un rapporto sessuale all’interno della vagina.
Entrambi i metodi di barriera riducono il rischio di infezione a trasmissione sessuale, oltre che di gravidanza indesiderate; non necessitano di prescrizione medica ma eventualmente di esercizio per il corretto posizionamento e quindi per il corretto utilizzo.
- Contraccezione d’emergenza
La contraccezione d’emergenza è un metodo occasionale, che bisogna utilizzare per ridurre il rischio di gravidanza dopo un rapporto non protetto o a rischio; la tecnica è ormonale per via orale con un’unica dose di farmaco: per le donne maggiorenni non è necessaria mai la prescrizione medica e l’acquisto avviene direttamente in farmacia, mentre le minorenni dovranno averla per quella contenenti il principio attivo ulipristal acetato. La tipologia di farmaco è in base al tempo trascorso dal rapporto a rischio: l’assunzione di ulipristal acetato entro 5 giorni oppure levonorgestrel entro 3 giorni.
- Contraccettivi naturali
I metodi di contraccezione naturali si basano sull’astensione dai rapporti sessuali nei giorni di fertilità femminile e il riconoscimento di questi giorni si basa su segni soggettivi e misurazioni; al contrario queste tecniche possono essere utilizzate per ricercare una gravidanza e quindi avere rapporti mirati nei giorni fertili.
Tra i metodi naturali c’è la misurazione della temperatura basale femminile, rilevata appena sveglia e che si modifica durante le diverse fasi del ciclo mestruale; anche l’osservazione del muco cervicale, giornalmente, aiuta a identificare i giorni fertili.
Il metodo meno sicuro anche se dagli studi è quello più utilizzato è quello del coito interrotto: prima dell’eiaculazione l’uomo interrompe il rapporto per evitare la fuoriuscita dello sperma all’interno della vagina.
In conclusione, ogni metodo ha la sua efficacia, il suo metodo di utilizzo e il suo funzionamento e la scelta di quale utilizzare è fatta dal singolo individuo o dalla coppia, in base alle proprie esigenze e alle proprie caratteristiche, valutando eventualmente con un professionista sanitario affinché si possa confrontare insieme i diversi metodi anticoncezionali.
Ostetrica Francesca Finiguerra
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Bibliografia
– Giuseppe Pescetto e Luigi De Cecco et Al, Ginecologia e Ostetricia – Volume 1, SEU, Roma, 2017, pp 495 e ss
– Ministero della Salute, La contraccezione, 2023 – www.salute.gov.it
– Regione Emilia Romagna, La contraccezione – Conoscere per scegliere, Marzo 2018