NUTRIZIONE E DIABETE MELLITO DI TIPO 2
DEFINIZIONE E IMPATTO SOCIO-SANITARIO DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2
Il diabete mellito di tipo 2 è un disordine metabolico caratterizzato da iperglicemia, originata da una combinazione di resistenza all’azione dell’insulina e inadeguata compensazione nella secrezione dell’insulina stessa da parte delle cellule del pancreas (1).
In Italia, il diabete mellito di tipo 2 rappresenta circa il 90% dei casi perché è legato a una situazione di sovrappeso e obesità, entrambi causati da iperalimentazione e sedentarietà (2,3). In parte tale situazione è dovuta alle abitudini familiari: se in casa ci sono molti dolci, un bambino li considererà parte dell’alimentazione quotidiana, così come se nessuno mangia verdura, l’adolescente penserà che non sia necessario assumerne (4).
ALIMENTAZIONE E TRATTAMENTO DELL’OBESITÀ NEL PAZIENTE AFFETTO DA DIABETE MELLITO DI TIPO 2
L’alimentazione è fondamentale per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e ha come obiettivo il miglioramento del valore della glicemia, ma anche il controllo dei fattori rischio cardio-vascolari associati (5,6), che causano morte nel 70% dei pazienti.
Più dell’80% dei diabetici è in sovrappeso od obeso, infatti il grasso addominale viscerale induce insulino-resistenza e costringe il corpo a produrre più insulina, conducendo, a lungo andare, a un deterioramento del metabolismo glucidico (7). È quindi importante riuscire a trattare le due patologie – obesità e diabete – contemporaneamente.
Una modifica dello stile di vita, con restrizione calorica alimentare e aumento del dispendio energetico tramite l’attività fisica, può aiutare i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 (4).
NUTRIENTI E INDICE GLICEMICO
Dal punto di vista nutritivo, la quantità di grassi dovrebbe essere inferiore al 35% delle calorie totali giornaliere, con un < 10% di grassi saturi e < 300 mg/die di colesterolo. Bisogna invece aumentare l’apporto di acidi grassi Omega-3 dal pesce e dalle verdure a foglia verde.
La quota di carboidrati può variare tra il 45% e il 60% dell’energia giornaliera, con assunzione preferibile di alimenti ricchi di fibra, la cui quota raccomandata è di 20 g/1000 kcal al giorno. In tutti i pazienti bisogna limitare la quantità di zucchero semplice (saccarosio) e di altri zuccheri aggiunti agli alimenti.
La quota proteica, invece, varia dal 10% al 20% delle calorie totali (8).
Fondamentale è considerare l’indice e il carico glicemico: il primo indica l’aumento della glicemia quando si assume una porzione di un alimento rispetto a uno di riferimento (glucosio o pane bianco), a parità di contenuto di carboidrati, per esempio le fragole hanno indice glicemico 40, mentre le patate bollite ne hanno uno di 96.
Il secondo, invece, considera anche la quantità di carboidrati in una porzione e si ottiene moltiplicando l’indice glicemico per la quantità di carboidrati in ogni alimento, diviso 100 (9).
In conclusione, una buona pratica per chi è affetto da diabete mellito di tipo 2 è scegliere alimenti che abbiano un basso indice glicemico, nello specifico inferiore a 50, come le lenticchie, il riso integrale e il latte intero.
Ovviamente, ognuno di noi è diverso perciò queste sono indicazioni sono generali e bisognerebbe rivolgersi ai professionisti della nutrizione e/o ai diabetologi per costruire un piano alimentare personalizzato in base alle proprie esigenze e al proprio stato di salute.
Dott.ssa Giulia Mostini, Biologa Nutrizionista
BIBLIOGRAFIA
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