ORDINI DI PROTEZIONE CONTRO GLI ABUSI FAMILIARI
Quando la condotta di un coniuge o di un altro convivente è causa di grave pregiudizio all’integrità fisica o morale oppure alla libertà dell’altro coniuge o convivente, il giudice può adottare uno o più ordini di protezione (art. 342 bis Cod. Civ); la emissione di tale provvedimento può essere richiesto anche quando la condotta pregiudizievole sia posta in essere da, o nei confronti di, un altro componente del nucleo familiare diverso dal coniuge o dal convivente: è il caso, ad esempio, di genitori anziani maltrattati dal figlio maggiorenne.
IL GRAVE PREGIUDIZIO ALL’INTEGRITÀ FISICA O ALLA LIBERTÀ
L’unico presupposto per l’applicabilità dell’ordine di protezione è che la condotta posta in essere sia di grave pregiudizio all’integrità fisica o morale oppure alla libertà dell’altro coniuge o di altro convivente. La legge non elenca né definisce quali condotte possono ritenersi pregiudizievoli, ciò consente di far rientrare in questa definizione tutte le manifestazioni della violenza domestica.
Con questo termine si fa riferimento a tutte quelle forme di violenza fisica, verbale o psicologica che vengono esercitate da un membro della famiglia ai danni di un altro componente del nucleo familiare, condotte che in ogni caso fanno tutte riferimento alla negazione del valore della persona all’interno della famiglia. Pertanto, non è necessario che la condotta lamentata costituisca un reato.
Il Giudice potrà emettere l’ordine di protezione in diverse ipotesi: per esempio se l’abuso causa una lesione rilevante alla persona o un rischio concerto di subire violenze, oppure se reca un grave danno all’integrità morale o psicologica della vittima perché posta in essere con ripetitività o perché la sofferenza patita perdura nel tempo.
Alcuni esempi tratti dalla casistica giurisprudenziale possono aiutare a comprendere quali condotte rientrano tra quelle per le quali è possibile richiedere gli ordini di protezione previsti dal Codice Civile. Infatti, sono stati emessi simili provvedimenti nel caso in cui il marito, a seguito di un litigio, ha spinto la moglie dalle scale procurandole delle lesioni (Trib. di Monza 28.02.2012), o nel caso del coniuge che effettuava continui pedinamenti e controlli telefonici, che usava epiteti denigratori e dispregiativi, negando all’altro ogni sostegno economico (Trib. di Bari 18.07.2001). Non si configura, invece, una condotta tale da giustificare l’emissione di un ordine di protezione contro gli abusi familiari quando i litigi tra i coniugi, anche aspri nei toni e negli epiteti, non siano aggravati da violenze fisiche o minacce.
IL CONTENUTO DELL’ORDINE DI PROTEZIONE
Con il decreto emesso all’esito del procedimento, il Giudice rivolge al familiare convivente che ha messo in atto la condotta pregiudizievole l’ordine di cessare immediatamente tale condotta.
Nel decreto, però, possono essere contenute anche ulteriori misure coercitive volte a prevenire la reiterazione di reati o di condotte ulteriormente pregiudizievoli a danno del coniuge o degli altri componenti del nucleo familiare.
Tra le misure più importanti e più incisive rientrano l’ordine di allontanarsi dalla casa familiare (qualora ciò non sia già spontaneamente avvento) e la prescrizione di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dall’istante, tra questi luoghi spesso vi è un esplicito riferimento al luogo di lavoro o di istruzione dei figli ma anche al domicilio della famiglia di origine del richiedente l’ordine di protezione.
Inoltre, quando occorre, il Giudice può anche disporre l’intervento di soggetti specializzati, come i servizi sociali del territorio, e imporre al familiare violento di pagare un assegno periodico a favore delle persone che, per effetto del provvedimento emesso, rimangano prive dei mezzi adeguati al sostentamento.
Avv. Valentina Nichele
È attivo il Supporto Legale di DONNEXSTRADA, servizio che mette a disposizione un team di professioniste del diritto qualificate e specializzate. Il primo colloquio di ascolto è completamente gratuito. Consulta questa pagina per approfondire il servizio e richiedere maggiori informazioni.