SALUTE SESSUALE E MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI - DONNEXSTRADA
Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

SALUTE SESSUALE E MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI

Cosa sono le mutilazioni genitali femminili 

Le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) sono definite dall’OMS come tutte le forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o di altre modificazioni effettuate a scopo non terapeutico. Ci sono diversi tipi di MGF:

  • Tipo 1 🡪 escissione del prepuzio (cappuccio clitorideo) e del clitoride;
  • Tipo 2 🡪 escissione del prepuzio, del clitoride e delle piccole labbra;
  • Tipo 3 🡪 escissione del prepuzio, del clitoride, delle piccole labbra e delle grandi labbra, con o senza chiusura delle grandi labbra (infibulazione).
  • Tipo 4 🡪 qualsiasi altra modificazione senza scopo terapeutica (scraping, abrasioni, piercing ecc..)

Un primo mito da sfatare, forse, è quello per cui si fa erroneamente coincidere il termine MGF con quello di infibulazione che rappresenta in realtà uno dei tipi di mutilazione, il terzo.

Le MGF possono essere praticate in ambito ospedaliero, soprattutto all’interno di famiglie che risiedono in aree urbane e che generalmente godono di un buon benessere economico. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, le mutilazioni vengono eseguite mediante strumenti non medici, ottenuti in contesti spesso rurali e non sanitari. La sutura, se presente, viene fatta utilizzando materiali di origine animale o vegetale (come spine d’acacia o gundura), senza seguire le necessarie misure di asepsi che ridurrebbero il rischio di infezioni.

Dopo l’esecuzione della mutilazione, vengono applicate fasciature lungo le gambe per favorire il processo di guarigione, che può richiedere settimane.

L’escissione di queste parti genitali causa danni alla cute, alla mucosa, agli strati muscolari del pavimento pelvico e alle strutture erettili che costituiscono il clitoride, nonché alle fibre nervose sensitive che innervano la vulva.

I rischi associati alle MGF includono

  • Rischi immediati: emorragia, infezioni, gonfiore dei tessuti genitali, problemi urinari, difficoltà nella guarigione delle ferite, e in alcuni casi la morte.
  • Rischi per la salute sessuale: dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), diminuzione del desiderio sessuale, della soddisfazione sessuale, dell’eccitazione e della lubrificazione prima e durante i rapporti, nonché una riduzione nella frequenza degli orgasmi.
  • Rischi per la salute mentale: disturbo da stress post-traumatico (PTSD), disturbi d’ansia e depressione.
  • Rischi ostetrici: aumento della probabilità di taglio cesareo, emorragia dopo il parto, episiotomia, travaglio prolungato, gravi lacerazioni durante il parto, necessità di intervento strumentale durante il parto, difficoltà nel travaglio, degenza materna prolungata, necessità di rianimazione neonatale e rischio di morte fetale e neonatale.
  • Rischi a lungo termine: danni ai tessuti genitali che possono causare dolore cronico alla vulva e al clitoride, perdite vaginali anomale a causa di infezioni croniche del tratto genitale, disturbi mestruali dovuti a difficoltà nel flusso del sangue mestruale, infezioni del tratto riproduttivo che portano a dolore pelvico cronico, infezioni genitali/urinarie ricorrenti o croniche, e dolore durante la minzione a causa di ostruzioni.

L’età in cui vengono eseguite le MGF può variare notevolmente, partendo da pochi giorni di vita (10-20 giorni) fino all’adolescenza o al periodo prematrimoniale (18 anni). Spesso le mutilazioni di grado minore (1/2) vengono praticate durante i primi anni di vita (entro i 3 anni), mentre l’infibulazione (MGF di tipo 3) viene effettuata come parte di un rituale per l’ingresso nell’età adulta (tra i 16 e i 18 anni).

 

Sessualità e contesto culturale

I fattori che concorrono a definire il nostro personale significato di sessualità sono molteplici. Alcuni li condividiamo in quanto appertenenti tuttx a un determinato momento storico, a uno specifico contesto sociale e culturale; altri ci accomunano in quanto persone assegnate femmine/maschi/intersex alla nascita; altri ancora sono per loro natura più soggettivi, personali e profondi.

Quando si parla di sessualità nelle persone assegnate femmina alla nascita e portatrici di MGF, è importante considerare, oltre a questa moltitudine di sfaccettature, ulteriori variabili intrinseche al fenomento: alcuni fattori che influenzano la sessualità in queste persone sono correlati al danno organico causato dall’escissione, mentre altri sono legati alle implicazioni psicologiche, socioculturali, cognitive e relazionali che derivano da questa pratica.

Le MGF sono radicate in alcuni paesi, principalmente dell’Africa subsahariana, come Egitto, Eritrea, Gibuti, Guinea, Mali, Sierra Leone, Somalia e Nord del Sudan, e svolgono un ruolo significativo in società con una tradizione escissoria, nonostante non siano legate a un rito religioso specifico.

Le mutilazioni rappresentano una manifestazione della violenza di genere che trova le sue radici nell’assetto patriarcale della società, in cui vige il controllo. Il controllo dei corpi femminili, della loro capacità procreativa, della loro capacitò di provare piacere, della loro libertà di autodeterminarsi al di là dei ruoli di madre e moglie. Il significato socioculturale delle MGF varia considerevolmente da paese a paese:

In alcune società, il prezzo della sposa aumenta se la donna è stata sottoposta a mutilazione.

Il clitoride è considerato un organo che, se non rimosso, può crescere e rendere la donna sessualmente incontrollabile.

Esistono credenze che affermano che un bambino che tocca il clitoride alla nascita morirà.

Alcune culture ritengono che le femmine raggiungano la definizione di donne solo attraverso la perdita del clitoride, che è costituito dallo stesso tessuto erettile presente nel pene maschile.

L’infibulazione, la chiusura dei genitali, viene considerata esteticamente più gradevole e previene l’ingresso di batteri e infezioni.

L’urinare in modo silenzioso (a causa delle piccole e grandi labbra cucite insieme) viene considerato un comportamento più femminile.

La pratica delle MGF è giustificata per garantire la verginità prima del matrimonio o la fedeltà durante l’assenza del marito.

La sutura dei genitali impedisce di aprire eccessivamente le gambe, creando un movimento “ancheggiante” durante la camminata che viene considerato sensuale e appagante per gli uomini.

Queste sono solo alcune delle motivazioni, delle credenze, dei falsi miti che ruotano intorno al fenomeno delle MGF e che le rendono così complesse da definire, da approcciare, da comprendere e da prevenire.

C’è un altro punto significativo da considerare ed è l’impatto sulla sfera relazionale e famigliare che la pratica escissoria determina: spesso a praticare la mutilazione sono figure di riferimento all’interno della famiglia o della società come le madri, le nonne, le zie, le suocere o le ostetriche. Persone di fiducia e, non meno importante, persone di sesso femminile.

La profondità con cui questa violenza si è radicata nel mondo è tutta qui: le donne sono state obbligate e hanno imparato a fare violenza sulle donne. 

 

Ridefinizione del piacere sessuale

C’è un bias però in quello che possiamo studiare, dire o pensare (o almeno in quello che posso dire o pensare io in quanto privilegiata, occidentale, bianca e appartenente alla classe medica) ed è legato alla visione occidentalocentrica che spesso molte persone hanno dei fenomeni socialmente accettati come appartenenti alla popolazione migrante.

In effetti, il contesto culturale in cui la donna vive, o ha vissuto, può modificare l’attribuzione del significato alla MGF. Quando questo significato è percepito positivamente nella comunità, dalla famiglia e dalla stessa persona portatrice di MGF, la sessualità tutta, l’esperienza del piacere sessuale e dell’orgasmo sono in realtà presenti in alta percentuale, come supportato da alcuni studi.

Questo a riprova del fatto che, nonostante ci sia sicuramente una correlazione direttamente proporzionale tra entità del danno organico (in base al tipo di MGF) e soddisfazione sessuale (intesa come percezione del piacere sessuale e raggiungimento dell’orgasmo), la mera classificazione del tipo di mutilazione non è sufficiente per comprendere e approfondire la condizione globale della persona con MGF.

In generale, le persone con una mutilazione lieve (tipo 1/2), che riferiscono un vissuto positivo e funzionale dell’esperienza anche per quanto riguarda lo sviluppo della maturità individuale e sessuale, e che non hanno ricordi traumatici legati alla pratica, si percepiscono come assolutamente sane e così dovrebbero percepirle tuttx, compreso il personale sanitario dedicato alla loro cura.

Inoltre, la credenza secondo cui le persone con MGF non possano più provare piacere o arrivare all’orgasmo (che derivi da autoerotismo o da rapporti con una o più persone) è scientificamente falsa. Nella maggior parte dei casi, la parte che viene escissa del clitoride, non è che la punta (glande) del clitoride e, nonostante sia la parte più sensibile e possa quindi causare un dolore cronico nella sede di asportazione, non intacca tutte le altre strutture erogene (corpo cavernoso e bulbocavernoso nello specifico), per cui la diade MGF-assenza di orgasmo non è trasversalmente vera e andrebbe ridefinita su ciascuna esperienza.

Le mutilazioni genitali femminili sono un fenomeno molto complesso e che unisce aspetti scientifici, medici, culturali, antropologici, psicologici e sociali.  

Dovremmo iniziare a parlare più apertamente delle MGF, con rispetto, empatia e competenza, avvalendoci, se necessario, del supporto di una mediazione culturale. Dovremmo prestare particolare attenzione alle persone che soffrono di disturbi cronici come il dolore durante i rapporti sessuali e le infezioni vaginali o delle vie urinarie. Bisognerebbe, nei giusti contesti e forse anche in quelli più impensabili, parlare di sesso, di piacere sessuale, di orgasmo, di mestruazioni, di dolore, di culture, di miti, di senso di appartenenza. Formarci e informarci sul tema, diffondere conoscenza e parlare delle MGF rappresenta l’azione più sovversiva e rivoluzionaria che ciascuno di noi può intraprendere, soprattutto se ci troviamo, in un modo o nell’altro, a dialogare con persone con MGF.

 

Ostetrica ed educatrice sessuale Anita Fortunato

Fonti:

  • Reprinted from OHCHR, UNAIDS, UNDP, UNECA, UNESCO, UNFPA, UNHCR, UNICEF, UNIFEM, WHO. Eliminating female genital mutilation: an interagency statement. 
  • WHO Guidelines on the Management of Health Complications from Female Genita Mutilation. Geneva: World Health Organization; 2016
  • Sara Johnsdotter. The Impact of Migration on Attitudes to Female Genital Cutting and Experiences of Sexual Dysfunction Among Migrant Women with FGC. Current Sexual Health Reports (2018) 10:18–24
  • Obermeyer CM. Female genital surgeries: the known, the unknown, and the unknowable. Med Anthropol Q. 1999 Mar;13(1):79-106. doi: 10.1525/maq.1999.13.1.79. PMID: 10322603.
What's your reaction?
0Smile0Angry0LOL0Sad0Love