VIOLENZA PSICOLOGICA E MANIPOLAZIONE: il ruolo del senso di colpa - DONNEXSTRADA
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VIOLENZA PSICOLOGICA E MANIPOLAZIONE: il ruolo del senso di colpa

Empatia e senso di colpa

Emozioni assai vicine al senso di colpa compaiono molto presto nella vita di una persona, quando emerge la coscienza di sé e quella degli altri che andrà poi a svilupparsi gradualmente raggiungendo una consapevolezza sempre più matura nell’arco dello sviluppo.

Il senso di colpa è in primo luogo un prodotto dell’empatia, solo chi sa mettersi al posto degli altri può immaginare le loro emozioni e quindi anche le loro sofferenze. Parliamo dunque di una sorta di segnalatore interno che sanziona le azioni che danneggiano gli altri ed è indispensabile per la vita in società.

Ad un senso di colpa sano può contrapporsi un senso di colpa costante e morboso che invade tutta la psiche della persona, fino a farla sentire continuamente responsabile della sofferenza degli altri pur non avendo commesso alcuna azione dannosa nei loro confronti.

 

Senso di colpa morboso e manipolazione

Il senso di colpa gioca un ruolo centrale in alcune forme di violenza psicologica e in particolare nella dinamica della manipolazione che caratterizza molte relazioni violente.

Nelle relazioni basate sul senso di colpa uno dei due partner è solitamente quello “designato” a sentirsi responsabile della sofferenza dell’altro. Si instaura così un circolo vizioso, un inganno psicologico, secondo cui c’è uno che “genera sofferenza” e uno che la “subisce”. È sorprendente scoprire come, in alcuni casi, dietro un’apparente sensazione di essere la persona che crea sofferenza si celi invece una vittimizzazione. Quando il senso di colpa perde la sua funzione regolatrice, diventando costante e indistinto, è facile diventare vittima di manipolazione.

Nella comunicazione di un “colpevole designato” è frequente sentire frasi che iniziano con “Io”, alcuni esempi sono: “io l’ho fattx arrabbiare perché so che gli da fastidio se parlo con degli sconosciuti e mi sono fermata a parlare con il proprietario del ristorante” o ancora “l’ho provocatx dicendogli che quella sera sarei uscitx con Meri, non la sopporta, già era nervosx gli ho fatto perdere le staffe”.

In entrambi questi esempi c’è un difetto nel pensiero e dunque nella comunicazione, non siamo noi a far arrabbiare l’altro ma è l’altro che DECIDE di arrabbiarsi e SCEGLIE di agire in un certo modo, di fronte a comportamenti potenzialmente neutri, che non rappresentano azioni direttamente dannose nei suoi confronti.

Questo tipo di dinamica di autocolpevolizzazione può essere un comportamento appreso dalla persona durante la crescita, oppure può nascere da un processo che si innesca in quelle relazioni in cui il partner rende costantemente l’altro responsabile dei suoi stati emotivi e delle sue azioni: “ti ho insultatx perché ti comporti così, te lo cerchi”. In questi casi il partner ci chiede di assumerci le responsabilità delle sue azioni facendoci credere che sono conseguenze dirette e inevitabili dei nostri comportamenti o decisioni, cioè si deresponsabilizza rispetto alle sue scelte comportamentali.

Far leva sul senso di colpa dell’altro ha come vantaggio quello di ottenere una grande influenza su ques’ultimx, inducendolx a sperimentare stati di sofferenza psichica caratterizzati da senso di colpa e sentimenti di indegnità, rappresenta quindi una vera e propria forma di violenza psicologica.

 

Riuscire ad assolversi

Nella pratica clinica non è infrequente trovarsi di fronte persone che vorrebbero cambiare in quanto si ritengono la causa della sofferenza del partner, sperimentando sentimenti di inadeguatezza e vergogna.

In primo luogo è necessario riconoscere di essere vittima della dinamica di colpa, che si tratti di autocolpevolizzazione (mi sento sempre responsabile di come l’altrx reagisce o si sente) o di tentativi continui di colpevolizzazione da parte del partner.

Successivamente è necessario un secondo grande passo: chiedere aiuto.

Il sostegno sociale e l’aiuto di uno psicoterapeuta capace di comprendere i meccanismi della relazione che innesca la colpa, sono due tipi di supporto che accelerano il processo di decolpevolizzazione, di ripristino della fiducia in se stessi e della propria autostima, permettendo alla persona di cessare di essere vittima della manipolazione altrui.

 

Dott.ssa Giorgia Zellini

Psicologa Clinica

 

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Bibliografia

NAZARE-AGA I. (2018). La manipolazione affettiva: quando l’amore diventa una trappola, Ultra, Roma.

THALMANN Y.A. (2019). Lasciarsi andare, in ˂Mind: la faccia buona del senso di colpa˃, 178, pp. 34-43, Raffaello Cortina, Milano.

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