Estate 2023, l’estate della violenza tra femminicidi, stupri, tentati stupri, molestie sessuali e sentenze con motivazioni assurde - DONNEXSTRADA
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Estate 2023, l’estate della violenza tra femminicidi, stupri, tentati stupri, molestie sessuali e sentenze con motivazioni assurde

Cosa rimane dell’estate 2023? Violenza

L’omicidio di Giulia Tramontano, da parte del compagno, incinta di 7 mesi: come emerge dalla stampa, da mesi l’indagato stava cercando di avvelenare (con del topicida) la compagna, poi uccisa con 37 coltellate e il cui corpo è stato ritrovato a Senago in un’area verde abbandonata. L’uomo, che ha confessato, è accusato di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso.

Anna Scala è stata assassinata a Piano di Sorrento dall’uomo che lei aveva precedentemente denunciato per le violenze subite: un anno fa, convinto che Anna lo tradisse, il compagno l’aveva picchiata in due occasioni e, dopo aver saputo di essere stato denunciato, l’aveva minacciata, affermando “Quando torno, ti uccido proprio”: così ha fatto.

A Palermo è avvenuto lo stupro di gruppo di una ragazza (perché, come affermato da uno degli indagati, “che devo fare, la carne è carne”) con tanto di ripresa video. Video che sarebbe circolato su un gruppo Telegram, nel quale molti ragazzi volevano entrare per poterlo vedere.

Il GIP nell’ordinanza scrive: “Si coglie la consapevolezza dell’azione violenta e della realizzazione dei rapporti sessuali con modalità aggressive e violente che avevano devastato fisicamente la ragazza (‘la struppiò’), la quale, secondo i loro ricordi, aveva detto ‘basta’, non lesinando però i correi commenti – spavaldi e machisti – sul fatto che, nonostante le grida di dolore ella fosse in realtà ‘eccitata’”. Inoltre “dalle loro parole si comprende come, benché moralmente del tutto indifferenti rispetto a quanto accaduto, fossero consci delle possibili conseguenze dei gravi fatti denunciati, vaneggiando su propositi di fuga all’estero”.

 

Sentenze con motivazioni aberranti

Il GUP presso il Tribunale di Firenze ha assolto i violentatori di una ragazzina, fatta ubriacare, perché avevano male interpretato l’atteggiamento della vittima.

Così scrive il Giudice: “Non solo la persona offesa aveva avuto, nei mesi precedenti, dei rapporti sessuali con un imputato, con il quale, quindi, aveva un rapporto “intimo” e non conflittuale, ma tale rapporto era avvenuto in modo tale da poter essere percepito dagli altri imputati (…). Ciò non può non aver influito nella determinazione, in capo agli imputati, della “falsa” convinzione della libera disponibilità della ragazza a qualsiasi tipo di rapporto”; e scrive anche così “la ragazza era in uno stato di alterazione più o meno accentuato e non appariva in grado di esprimere un valido consenso a un rapporto plurimo”.

Il Tribunale di Roma ha assolto un bidello che aveva palpeggiato una studentessa sulle scale perché il palpeggiamento era ‘durato una manciata di secondi’ e realizzato con ‘intento goliardico’.

È evidente come la violenza di genere e domestica – definita anni fa “un’emergenza sociale tragica ed inquietante” dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – non venga contrastata adeguatamente. Ed infatti Fabio Roia, Presidente Vicario del Tribunale di Milano in un’intervista relativa all’omicidio di Giulia Tramontano ha affermato: “Manca una vera condanna sociale dei violenti, anche i giovani hanno l’idea del predominio maschile”.

 

Cosa occorre fare? 

Sicuramente il Codice Rosso – recentemente modificato – non basta; l’aumento delle pene previste come deterrente? Forse sì per alcuni, ma ad altri la pena non fa paura.

Probabilmente è meglio la prevenzione, l’educazione e la formazione per – quantomeno – ridurre la commissione di fattispecie delittuose atroci, sintomatiche di una cultura sessista.

Educare maggiormente in famiglia su questi temi, parlando, spiegando; l’educazione sessuale a scuola; anche una maggiore preparazione sul tema per gli operatori e i giornalisti che riportano fatti e sentenze, per andare oltre il ‘se l’è cercata’ o i consigli alle ragazze di non ubriacarsi per non incontrare i ‘lupi’ (tipici esempi di vittimizzazione secondaria).

Per quanto concerne i Magistrati occorre sia una formazione normativa/giurisprudenziale, che ‘umana’ per comprendere la vittima, che non va ‘abbandonata’ dopo la denuncia.

Quel che è certo è che occorre agire su più fronti e anche velocemente.

 

Avv. Stefania Crespi

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