Lotta alla violenza di genere: il ddl del Governo - DONNEXSTRADA
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Lotta alla violenza di genere: il ddl del Governo

In  data 7 giugno 2023, il Consiglio dei Ministri ha approvato un ddl contenente un pacchetto di norme volte al contrasto della violenza di genere e, soprattutto, del numero sempre crescente di femminicidi.

 

Novità normative introdotte:

Analizziamo le principali novità:

  1. estensione dell’applicazione dell’ammonimento anche ai reati c.d.spia, ossia a quei delitti che sono indicatori di violenza di genere, in quanto potenziali espressioni di violenza contro una donna in quanto tale, tra i quali si annoverano i reati di percosse, lesione personale, violenza sessuale e privata, minaccia grave, atti persecutori, violazione di domicilio;
  2. aggravamento della pena quando i reati sono commessi da un soggetto ammonito;
  3. revoca del provvedimento solo dopo almeno tre anni, a seguito di valutazioni positive dopo appositi percorsi di recupero;
  4. applicazione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale e dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora, previste dal Codice antimafia, anche agli indiziati di reati legati alla violenza contro le donne e alla violenza domestica.
    Nei confronti di tali soggetti, diventa obbligatorio disporre il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente dalle vittime e l’obbligo di mantenere una determinata distanza, non inferiore a 500 mt, da tali luoghi e dalle vittime.
    Con il provvedimento che impone il divieto di avvicinamento viene disposta anche l’applicazione della modalità di controllo del braccialetto elettronico, con eventuale previsione di una misura più grave, qualora l’imputato neghi il proprio consenso. In caso di manomissione del braccialetto elettronico, viene anche disposta la misura cautelare in carcere.
  5. obbligatorietà, per il Procuratore della Repubblica, di individuare Procuratori aggiunti o Magistrati addetti all’ufficio per la cura degli affari in materia di violenza contro le donne e domestica;
  6. estensione della previsione dell’immediata comunicazione alle vittime di violenza domestica o contro le donne di tutte le notizie inerenti alle misure cautelari disposte nei confronti dell’autore del reato;
  7. obbligo da parte delle forze dell’ordine, dei presidi sanitari e delle istituzioni pubbliche di informare la vittima dei reati  sui centri antiviolenza presenti sul territorio e di metterla in contatto con questi centri qualora ne faccia richiesta.
  8. modifica della disciplina della sospensione condizionale della pena con la previsione  da parte dell’ufficio di esecuzione penale esterna e degli enti e delle associazioni che organizzano i percorsi speciali di recupero di accertare lo svolgimento dei suddetti corsi; nel caso in cui sia accertata anche solo la mancata partecipazione del condannato al percorso di recupero o di uno degli obblighi imposti allo stesso sia data immediata comunicazione dell’inadempimento ai fini della revoca della sospensione condizionale.
  9. introduzione di una provvisionale a titolo di ristoro anticipato in favore delle vittime di violenza.

 

Obiettivi 

Il comunicato stampa che ha annunciato l’approvazione del ddl esprime le intenzioni e gli obiettivi che si intendono perseguire: “Con il provvedimento il Governo intende velocizzare le valutazioni preventive sui rischi; rendere più efficaci le azioni di protezione preventiva; rafforzare le misure contro la reiterazione dei reati a danno delle donne e la recidiva; migliorare la tutela complessiva delle vittime di violenza“.

Se da una parte il ddl senz’altro aumenta  la protezione delle vittime di violenza attraverso il rafforzamento o l’estensione di istituti già previsti o tramite la previsione di nuove norme e l’inasprimento delle pene, è pur vero che l’intero ddl è, ancora una volta, frutto di una spinta emotiva dovuta all’incremento dei casi di femminicidio negli ultimi mesi.

 

Criticità

Il ddl appare come una legislazione emergenziale volta ad incidere in un ambito che purtroppo è strutturale.

La prima e, forse, piu importante criticità del provvedimento in esame è l’invarianza finanziaria, ossia un provvedimento a costo zero.

Meritevole l’obiettivo di accorciare i tempi per le indagini o il monitoraggio delle corretta applicazione delle misure cautelari ma, se non vengono potenziate risorse e personale, il provvedimento licenziato dal Governo rischia di rimanere solo un obiettivo da perseguire e non si traduce in atti concreti.

Mancanza di fondi e investimenti, mancato coinvolgimento dei Centri Antiviolenza, mancato o scarso impiego di risorse economiche per la formazione  tutti gli operatori del settore comporta la inefficace o scarsa applicazione delle norme e un diversa risposta ad un problema comune perchè  se uffici giudiziari, avvocatura e forze dell’ordine non sono adeguatamente informati e formati si corre concretamente  il rischio che la norma

La violenza di genere è un problema culturale; inasprire pene e prevedere nuovi reati non risolve il problema poiché è necessario trovare una soluzione a monte e non a valle e, per far questo, occorre fare prevenzione, investendo in risorse e fondi per diffondere una cultura del rispetto, della lotta al patriarcato, agli stereotipi che cominci già dalle famiglie e continui nelle scuole.

Avv. Stefania Billante

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