Piccola guida per orientarsi nel mondo delle IST - DONNEXSTRADA
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Piccola guida per orientarsi nel mondo delle IST

Le infezioni sessualmente trasmissibili (IST), come suggerisce il nome, sono delle infezioni che condividono la stessa modalità di trasmissione, ossia quella sessuale.

È intanto fondamentale definire cosa si intende per trasmissione sessuale: i batteri, i virus e i parassiti che determinano le IST sono solitamente trasmessi attraverso i fluidi corporei e il contatto con le mucose.

Questo significa che il contagio non avviene solo durante il sesso penetrativo non protetto, ma anche attraverso il sesso orale e/o il semplice contatto tra mucose (ano, pene, vagina e bocca).

Parte del burden of disease (letteralmente peso, fardello della malattia da un punto di vista di Sanità Pubblica) è rappresentato dal fatto che spesso le IST sono asintomatiche, per cui l’unico modo per diagnosticarle, trattarle ed evitare che continuino ad essere trasmesse è fare dei test.

Quindi, potenzialmente, le IST possono essere contratte con qualsiasi contatto sessuale e sono difficili da diagnosticare perché nel 50% dei casi o più sono asintomatiche, ma…

 

Un altro punto fondamentale è che tutte le IST sono trattabili e quasi tutte curabili!

La difficoltà nell’approcciare questo capitolo della salute sessuale è spesso determinata da stigma, pregiudizi e paure che ruotano intorno alle IST, e che si traducono di conseguenza in diagnosi mancate o ritardate, trattamenti errati e malagestione dei contatti sessuali.

Inoltre, i contesti in cui si parla di IST sono spesso erroneamente relegati esclusivamente al settore sanitario e lə professionistə che se ne occupano, in contesti diversi e a vari livelli, (infermierə, ostetricə, medicə, OSS, ecc) spesso non sono adeguatamente formatə. La disinformazione e lo stigma spesso determinano paura e confusione rispetto al percorso da seguire per testarsi, all’accesso alle corrette informazioni, alla gestione deə partner e alle conseguenze cliniche e psicologiche delle IST.

Quando si parla di IST, ci sono diversi gruppi di persone che vengono definite “a rischio” (e che andrebbero più correttamente ridefiniti gruppi di persone “vulnerabili”), come ad esempio le  persone che hanno rapporti con più sessi o che hanno più partner sessuali; le persone assegnate maschio alla nascita (AMAB) che fanno sesso con persone AMAB (definite spesso, anche in letteratura, come MSM, ossia men who have sex with men), le persone assegnate femmine alla nascita (AFAB),  in generale  lə giovanə under 25 in quanto organicamente e anatomicamente più predispostə a contrarre infezioni come la chlamydia, la gonorrea e il papillomavirus.

Appartenere a un gruppo vulnerabile non è una scelta e non è negoziabile. Tutte le attività di prevenzione e counselling dovrebbero essere volte a costruire consapevolezze e fornire strumenti per la riduzione del danno, piuttosto che modificare comportamenti vulnerabili o stigmatizzare e problematizzare tematiche estremamente personali e al tempo stesso sociali e politiche, come l’identità e l’espressione di genere, l’orientamento sessuale e relazionale.

 

Come vengono trasmesse le IST?

In generale, la conditio sine qua non affinché si possa trasmettere un patogeno è che ci sia contatto tra i liquidi organici (sperma, secrezioni vaginali, sangue, saliva) e le mucose coinvolte durante i rapporti sessuali (vagina, pene, ano e bocca).

  • La maggior parte delle IST si contraggono solo attraverso rapporti sessuali non protetti, mentre alcune vengono trasmesse anche con l’uso delle protezioni di barriera come, ad esempio, il papillomavirus (HPV) e l’herpes.
  • Inoltre, le IST si possono trasmettere attraverso il sangue (es. trasfusioni, contatto con ferite, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing) o con i trapianti di tessuto o di organi (HIV, epatite B, epatite C, sifilide).
  • Infine, attraverso quella che viene definita la trasmissione verticale, ossia il passaggio diretto dalla madre al feto o al neonato durante la gravidanza, il parto, o l’allattamento (es. HIV, virus dell’epatite B, herpes genitale, sifilide, gonorrea, chlamydia).

Ci sono diversi test diagnostici, tutti efficienti: dal prelievo di sangue per verificare la presenza di anticorpi (HIV, herpes, sifilide, epatite B), ai tamponi molecolari effettuati nelle diverse sedi (anale, faringea, uretrale e vaginale) e l’esame delle urine per diagnosticare chlamydia, gonorrea e trichomonas.

Per quanto riguarda la Sifilide e l’HIV esistono inoltre dei test rapidi molto efficaci che in meno di mezz’ora offrono il risultato e che, a seconda del tipo di test (3º o 4º generazione) hanno un periodo finestra variabile, fino a 40 giorni dall’esposizione.

Nonostante ci siano sicuramente dei fattori predisponenti nel contrarre le IST, come ad esempio la numerosità dei partner o l’uso di sostanze stupefacenti/alcol durante l’attività sessuale, la riduzione del rischio viene messa in atto essenzialmente attraverso interventi di educazione sessuale e di informazione che possano permettere a tutte le persone di acquisire gli strumenti necessari per decidere se, come, quando e quanto proteggersi.

In particolare, gli strumenti di prevenzione che si possono adottare per evitare di contrarre un’infezione sessualmente trasmessa sono:

  1. L’utilizzo, soprattutto nei rapporti penetrativi, di una protezione di barriera (condom maschile/femminile, Dental dam)
  2. Effettuare le vaccinazioni esistenti per alcune delle IST (come papillomavirus, epatite A e B, monkeypox)
  3. Testarsi regolarmente se si hanno nuovə partner, o in generale 1 volta all’anno se si è attivi sessualmente
  4. Fare uso della PREP (profilassi pre esposizione per l’HIV) per prevenire l’infezione da HIV.

L’utilizzo del preservativo riduce notevolmente il rischio di contrarre un IST e, soprattutto per quanto riguarda l’infezione da HIV, è in grado (se usato correttamente) di azzerarlo.

 

Safer Sex

Il sesso può essere uno dei fisiologici, spontanei e appaganti modi di stare insieme a qualcunə.

Come per qualsiasi attività che preveda relazione, interazione e condivisione è necessario, anche per il safer sex, che siano rispettati e perseguiti alcuni punti:

  • il consenso. C’è una definizione di consenso che mi piace particolarmente ed è quella usata da Dossie Easton e Janet Hardy nel manuale del poliamore “La zoccola etica”, dove il consenso viene inteso come una collaborazione attiva volta al piacere, al beneficio e al benessere di tutte le persone coinvolte. In quest’ottica, raggiungere il consenso anche sulle pratiche di safer sex è non solo imprescindibile per garantire il rispetto di tutte le persone coinvolte, ma anche funzionale al raggiungimento del benessere e piacere.
  • La comunicazione. In termini di safer sex, è fondamentale comunicare aə partner quali sono i nostri limiti, se e quali strumenti abbiamo adottato per proteggerci dalle gravidanze indesiderate, quando ci siamo testati l’ultima volta per le IST. Insomma, comunicare è fondamentale per stabilire degli accordi e sentirci sicurə durante l’attività sessuale.
  • l’Informazione. Informarci per proteggerci e proteggere è, ad oggi, una nostra responsabilità. Trovare un centro dove fare test accurati per le IST, contattare iə medicə in caso di rapporti a rischio e concomitanti sintomi, informare iə nostrə partner in caso di infezione è importante. Ci sono molti canali istituzionali (che vi lascio nella bibliografia) per trovare informazioni corrette e noi specilistə di DonnexStrada siamo sempre a disposizione per aiutarvi a orientarvi.

Ostetrica Anita Fortunato

Riferimenti bibliografici

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