UN PERCORSO DI RINASCITA E DIGNITÀ: IL MICROCREDITO DI LIBERTÀ
C’è un filo conduttore che si intravede sullo sfondo quando si parla di violenza sulle donne. Meno evidente, maggiormente tollerato socialmente e culturalmente e quindi più subdolo. Un filo che in alcuni casi diventa una catena, un laccio al collo delle vittime che lo subiscono e che le costringe, loro malgrado, a subire altri abusi. Meno noto, meno evidente ma non per questo meno diffuso, si tratta della violenza economica.
La violenza economica racchiude una serie di atteggiamenti di controllo e monitoraggio nei confronti di una persona, limitandone la libertà sotto la costante minaccia di vedersi negate le risorse finanziarie, la possibilità di avere un lavoro, un’entrata finanziaria personale e di poterne usufruire secondo le proprie volontà. Di conseguenza, si instaura un rapporto di dipendenza nociva che costringe le vittime a non poter interrompere questo tipo di relazione non avendo gli strumenti indispensabili (denaro, indipendenza e forza psicologica) per farlo ed essere autonome.
Va considerato, inoltre, che gli effetti della violenza economica spesso proseguono anche dopo l’interruzione del rapporto violento, comportando la necessità di prevedere e impiegare degli strumenti in grado di superarli.
Da questa consapevolezza è nato il progetto “Microcredito di Libertà per l’emancipazione economica delle donne che hanno subito violenza” che mette a disposizione uno strumento che ci consente di ricominciare da noi, dalla nostra forza, dalle nostre capacità.
CHE COS’È?
Il Microcredito di Libertà promuove l’inclusione sociale e finanziaria delle donne che hanno subito violenza, emancipandole da forme di sudditanza economica che si possono determinare o acuire nei casi in cui le donne denuncino le violenze subìte e si allontanino da contesti di supporto economico basati sui rapporti familiari o sociali nei quali le violenze si sono manifestate.
Inoltre, il Microcredito di Libertà è compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito (ad es. Reddito di Libertà, NASpI ecc.).
A CHI SI RIVOLGE?
Alle donne sia italiane, sia straniere presenti regolarmente in Italia, con o senza figli, vittime di violenza di genere e assistite da un Centro Anti-Violenza (CAV) accreditato dalle Regioni o ospiti nelle Case Rifugio, che si trovano in temporanea condizione di vulnerabilità economica o sociale che impedisca di far fronte alle correnti necessità personali e/o familiari.
A titolo esemplificativo, ma non esaustivo:
- momentaneo stato di disoccupazione;
- crisi di liquidità e riduzione imprevista del reddito;
- sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per cause non dipendenti dalla propria volontà;
- aumento delle spese non derogabili per sé stesse e/o per il nucleo familiare (ad esclusione del soggetto maltrattante).
La richiesta di microcredito viene trasmessa dai referenti dei Centri Anti-Violenza (CAV) e delle Case Rifugio all’Ente Nazionale per il Microcredito: la donna destinataria del progetto deve, quindi, manifestare il suo interesse all’Ente Nazionale per il Microcredito tramite il CAV che la assiste o la Casa Rifugio ove è ospite.
QUALI MISURE?
Si parla di:
- microcredito sociale (ad es. spese mediche; spese per l’istruzione scolastica e la formazione propria e dei figli; spese connesse alla ricerca di una nuova situazione abitativa; spese per la messa a norma degli impianti della propria abitazione principale e per la riqualificazione energetica; spese per i servizi di trasporto ecc.);
- microcredito imprenditoriale (ad es. acquisto di beni, incluse le materie prime, o servizi connessi all’attività e alla vendita; pagamento di retribuzioni; spese per corsi di formazione aziendale ecc.);
- corsi gratuiti di formazione all’educazione finanziaria e all’autoimprenditorialità, sia in modo propedeutico alla richiesta di un finanziamento di microcredito imprenditoriale e/o sociale, sia indipendentemente dalla volontà di usufruire di tali misure. Al fine di garantirne la massima fruizione, le sessioni di formazione sono realizzate in modalità webinar.
Non è possibile presentare contemporaneamente la richiesta per il microcredito imprenditoriale e il microcredito sociale di Libertà. Inoltre, le spese sostenute con entrambe le forme di Microcredito vanno documentate.
REQUISITI.
Per quanto riguarda il microcredito sociale, esso è destinato a donne in condizione di transitoria difficoltà finanziaria.
Il microcredito imprenditoriale, invece, è rivolto a donne che già svolgono o vorrebbero realizzare un’attività imprenditoriale:
- lavoratrici autonome o libere professioniste titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con un massimo di 5 dipendenti;
- imprese con le seguenti caratteristiche: – imprese individuali, anche neocostituite, titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con un massimo di 5 dipendenti; – società di persone, società tra professionisti, s.r.l. semplificate e società cooperative, associazioni, anche neocostituite, titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con un massimo di 10 dipendenti.
Se non hai già la partita IVA puoi valutare insieme ad un tutor l’opportunità di costituire un’attività e, di conseguenza, effettuare la richiesta di finanziamento.
RIPARTI DA TE.
Se hai subito violenza e ti trovi in momentanea difficoltà finanziaria, chiedi il microcredito sociale di Libertà, un prestito rimborsabile a tasso zero, un aiuto reale, per lasciarti il passato alle spalle.
Se ti senti pronta a impegnarti in una nuova sfida, il microcredito imprenditoriale ti darà la possibilità di sostenerti in una tua attività, affiancata da tutor qualificati che non ti lasceranno sola nella realizzazione del tuo progetto.
Riparti da te!
Avv. Sara Dealessandri