Braccialetto elettronico “protagonista” della cronaca a dicembre 2023 - DONNEXSTRADA
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Braccialetto elettronico “protagonista” della cronaca a dicembre 2023

Introduzione: il braccialetto elettronico

Il braccialetto elettronico è un dispositivo tecnologico per controllare – a distanza – la posizione di un soggetto indagato in un procedimento penale a cui viene applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari oppure a persone già condannate che stanno scontando la pena in detenzione domiciliare ovvero in caso di misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.

Il braccialetto elettronico – che viene applicato alla caviglia del soggetto destinatario della misura – è la componente mobile del dispositivo di controllo a cui si aggiunge l’unità di sorveglianza installata presso l’abitazione del soggetto da controllare, che riceve i segnali inviati dal braccialetto.

Se il soggetto si allontana dall’abitazione, si avvicina alla vittima o se prova a danneggiare i due dispositivi scatta immediatamente l’allarme.

È necessario il consenso della persona da controllare e una volta applicato non può essere tolto durante tutta la durata della misura cautelare degli arresti domiciliari o della detenzione domiciliare.

 

La cronaca di dicembre: il braccialetto elettronico ai fidanzati di Marsala

A dicembre sulla stampa è stato dato grande risalto alla  notizia della denuncia presentata dalla madre di una ragazza minorenne, in quanto il GIP presso il Tribunale di Marsala ha disposto l’applicazione del braccialetto elettronico sia all’indagato, che alla parte offesa.

Vediamo come è giunto il GIP ad applicare tale misura.

Due ragazzi, lei 16 anni e lui 21, stanno insieme da poco meno di un anno. La madre è preoccupata per gli atteggiamenti del ragazzo a suo dire ossessivo ed eccessivamente geloso. Quindi, contro la volontà della figlia, denuncia per stalking il ragazzo.

Definisce il fidanzato aggressivo e possessivo, perché l’ha costretta ad isolarsi dagli amici, la controlla, pretende video e foto per vedere dov’è, spesso la obbliga a saltare la scuola, è entrato nel registro elettronico.

Definisce la figlia totalmente plagiata da lui. Non può indossare abiti attillati o scollati, solo maglie larghe e felpe. Non ha potuto fare la visita dal cardiologo, perché era un uomo.

Lui la insulta perché in passato ha avuto un altro ragazzo o perché non gli ubbidisce. Manda messaggi come: “Ammazzati, buttati dal balcone, ma di testa”.

La ragazza viene ascoltata in commissariato alla presenza di una psicologa e afferma che vanno d’accordo e si amano; litigano ogni tanto e smentisce la madre, sottolineando come abbiano i loro spazi e libertà.

Iniziano le indagini dalle quali emerge tutt’altro: dalla testimonianza della preside della scuola e dal controllo del cellulare si scopre che ogni giorno la ragazza invia foto e video per fargli vedere dov’è e cosa fa anche durante le lezioni; quando esce da scuola fa una videochiamata per dimostrare che non parla con nessuno.

Il Pubblico Ministero chiede una misura cautelare al GIP sottolineando come lo stalking sia stato posto in essere in modo tanto subdolo e strisciante da non essere riconosciuto nemmeno dalla persona offesa, anche a causa della sua minore età. “Ma proprio la norma di legge che incrimina gli atti persecutori mette in evidenza come sia doveroso procedere anche in assenza di querela e contro la volontà della persona offesa”.

Il GIP accoglie la richiesta disponendo per lui il braccialetto elettronico, il divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dalla fidanzata, il divieto assoluto di contattarla con qualsiasi mezzo; per lei braccialetto elettronico per essere certi che non si vedano.

In questa vicenda occorre sottolineare, da un lato, il coraggio della madre, dall’altro, il tempismo dei provvedimenti da parte della Procura e del GIP presso il Tribunale di Marsala.

Dopo la tragedia di Giulia Cecchettin tutti dobbiamo essere “sentinelle sociali”, per usare le parole del Giudice Roia, e cogliere qualsiasi segnale per intervenire prima che sia troppo tardi.

La madre e il Pubblico Ministero di Marsala sono state ottime “sentinelle sociali “ e la decisione del GIP è stata definita dalla stampa “storica”.

Tuttavia, va sottolineato come dopo dieci giorni dal provvedimento del GIP, i braccialetti elettronici non fossero ancora disponibili e a tal proposito il Procuratore di Marsala ha affermato che in tal modo si rischia di vanificare qualsiasi prevenzione.

 

Il braccialetto elettronico applicato a Monza dopo il ddl Roccella.

Il nuovo provvedimento contro la violenza sulle donne, entrato in vigore il 9 dicembre 2023, consente l’applicazione del braccialetto elettronico per i cd “reati spia” ossia i reati indicatori di violenza di genere, come violenza fisica, sessuale, psicologica o economica diretta contro una donna in quanto tale; ad esempio gli atti persecutori o stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali, violenza privata o lesioni.

Inoltre, in caso di manomissione  dell’apparecchio, si potrà disporre la custodia cautelare in carcere.

Tale misura è stata applicata per la prima volta dopo il ddl Roccella a un 30enne nella provincia di Monza, accusato di stalking e poi minacce da una ragazza che aveva avuto con lui un flirt. Aveva tappezzato la sua macchina di striscioni con le frasi della ragazza, che pedinava, sotto casa, al lavoro, alla fermata del bus. Egli aveva minacciato la donna e i suoi amici anche dopo la condanna in primo grado ad 1 anno e 6 mesi di reclusione.

Il condannato non si era mai presentato ai colloqui con lo psicologo e aveva ignorato l’ammonimento del Questore di Monza, che ha proposto l’applicazione del braccialetto elettronico per monitorare gli spostamenti ed interrompere la prosecuzione delle minacce.

 

Conclusioni

Occorre ricordare che i braccialetti elettronici attivi sono 5.645, di cui 928 legati a reati da “Codice rosso”.

Il braccialetto elettronico non è stato subito disponibile per i due fidanzatini di Marsala; per Vanessa Zappalà – prima stalkerata e poi uccisa dall’ex –  non era stato disposto; per Concetta Marruocco – prima maltrattata e poi uccisa dall’ex – era stato disposto, ma non era funzionante; a Monza è stato disposto tempestivamente.

Di fronte a reati gravi come lo stalking, occorre svolgere una efficace attività di prevenzione per scongiurare drammatici epiloghi e il braccialetto elettronico, applicato correttamente e soprattutto effettivamente funzionante, può essere un validissimo strumento.

 

 

Avv. Stefania Crespi

 

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