Di Medusa: quando la colpa ricade sulle donne
Di Medusa si ricorda l’aspetto mostruoso, lo sguardo perfido in grado di trasformare chi la guarda in pietra. Secondo alcuni autori, quali Ovidio, Esiodo e Apollodoro, Medusa era una sacerdotessa di Atena, una donna dalla straordinaria bellezza, in grado di far innamorare con un solo sguardo. Fu proprio questo dono ad esserle fatale.
Di Medusa si innamorò Poseidone, dio del mare, che, trasformatosi in aquila marina, la rapisce e la violenta all’interno di un tempio consacrato alla dea Atena. Dura fu la reazione della dea, ma non potendo far nulla contro il dio del mare, scagliò la sua ira contro Medusa, rendendola metà donna e metà serpente, trasformando i suoi denti in zanne di cinghiale, i suoi bellissimi capelli in un groviglio di serpi e la sua voce soave in un urlo terrificante.
L’uomo violenta, la donna ha colpa
La vicenda di Medusa sembra tramutare in mito una storia sentita e risentita. L’uomo, colpevole di commettere violenza e atrocità, viene in qualche modo giustificato al punto da non incorrere in punizioni adeguate, mentre la donna è quella a portare su di sé la colpa.
“Insegnate alle vostre figlie a non scimmiottare i maschi e a non ubriacarsi“. Queste le parole di Massimiliano Orrù, comandante della Polizia municipale di San Gavino Monreale, comune sardo della provincia del Medio Campidano, dopo lo stupro di Palermo, in cui sette ragazzi, di cui uno minorenne, hanno violentato una ragazza.
“Se eviti di ubriacarti il lupo lo eviti”. Andrea Giambruno, giornalista.
“I cocainomani vanno evitati. Ingenua la ragazza stuprata da Genovese. Mi domando: entrando nella camera da letto dell’abbiente ospite cosa pensava di andare a fare, a recitare il rosario?“. Così Vittorio Feltri commenta il caso dell’imprenditore che ha stuprato una ragazza di 18 anni.
E si potrebbe andare avanti ancora a lungo. La donna diventa ingenua in alcuni casi, tentatrice in altri. Tutto dipende da come era vestita, dal modo che aveva di parlare, dalle persone e gli ambienti che frequenta. E l’uomo?
Come si possono proteggere le donne deresponsabilizzando gli uomini?
Secondo alcune interpretazioni Atena trasformò Medusa in un mostro per proteggerla dall’eventualità di altre violenze. Pur volendo accettare questa versione, è comunque la
donna ad aver pagato il prezzo più alto. Veder stravolta il proprio essere, portare il peso delle sue gravi ferite che non si rimargineranno mai, condannarsi ad una vita di solitudine per proteggersi da relazioni pericolose. Quando arriveremo a responsabilizzare gli uomini, a far pagare il prezzo delle proprie azioni, ad educare al rispetto della donna, non in quanto essere delicato da proteggere, ma in quanto individuo?
Antonella Mascia
Psicologa, Psicoterapeuta in formazione. Campobasso.