STIGMA SUL PESO E AMBIENTE SANITARIO
Nella società odierna, l’idea generale che si applica al peso è legata a modelli semplicistici del bilancio energetico. Tendiamo a credere, in automatico, che il nostro peso sia determinato semplicemente da ciò che mangiamo e da quanto ci muoviamo (Peso= Entrate – Uscite).
Le conversazioni sul peso sono quindi cariche del presupposto che tutto dipenda dalla scelta e dalla responsabilità personale, senza alcun riconoscimento delle oltre cento variabili bio-psico-sociali che regolano il peso, molte delle quali al di fuori della sfera di influenza degli individui.
A partire da un modello così semplicistico, il corpo grasso è visto, nel peggiore dei casi, come una sventurata scelta consapevole, e nel migliore, come una cronica incapacità di prendersi cura di sé stessi.
Con il termine “weight bias” si fa riferimento ad una personale attitudine negativa a considerare le persone a causa del loro peso.
Il termine “weight stigma”, invece, si rifà a specifici stereotipi sociali ed etichette che vengono assegnati alle persone con corpi grassi o considerati tali. Ne sono un esempio la pigrizia, la mancanza di forza di volontà, la poca cura di sé e della propria salute, la lentezza, la scarsa motivazione, ecc.
La “discriminazione sulla base del peso”, invece, ha a che fare con specifiche azioni rivolte contro le persone con corpi grassi, ossia attacchi verbali, oppure fisici, bullismo, specifici abusi, che possono essere subdoli o, al contrario, espliciti, e che comportano l’esclusione sociale.
Lo stigma verso le persone con corpi grassi e gli episodi di discriminazione basata sul peso sono frequenti e diffusi a livello globale.
Larga parte della popolazione vive con l’incubo di diventare grassa, non tanto per la preoccupazione per la propria salute, quanto, più realisticamente, a causa del terrore di venire stigmatizzata ed esclusa, di non venire accettata ed essere vittima di discriminazione.
Le donne sono maggiormente penalizzate e hanno il doppio delle probabilità, rispetto agli uomini, di riferire questo tipo di discriminazione.
Le persone con corpi grassi riportano di aver subito esperienze di stigma da parte di insegnanti, datori di lavoro, amici e familiari, ma anche dal personale sanitario (medici, infermieri, dietisti, nutrizionisti, fisioterapisti, ecc.). Persino il professionista della salute meglio intenzionato potrebbe, inavvertitamente, e inconsapevolmente, manifestare atteggiamenti negativi nei confronti del paziente con un corpo più grande.
Lo stigma clinico, generato dalla convinzione errata che il peso corporeo sia sotto il controllo della volontà e in grado di influenzare notevolmente la salute, può portare il professionista della salute a:
- dedicare meno tempo durante le visite a questa categoria di pazienti perché etichettati come persone poco aderenti al trattamento e alle raccomandazioni mediche, pigri, indisciplinati e con poca forza di volontà;
- non utilizzare una comunicazione centrata sulla persona, riconducendo nel grasso la causa di tutto senza considerare altre opzioni di trattamento o esami diagnostici al di là della perdita di peso.
Lo stigma può essere anche strutturale, dovuto ad un equipaggiamento medico non adeguato alle persone con corpi più grandi, o alla mancanza di privacy in momenti importanti e delicati di una visita medica, come quello della misurazione del peso.
D’altro lato, le persone con corpi grassi che hanno subito episodi di discriminazione legati al peso in ambito sanitario, o hanno paura di subirlo a causa della percezione di un ambiente giudicante, potrebbero:
- evitare, ritardare o cancellare visite mediche;
- non avere fiducia nel personale sanitario;
- essere ambivalenti nel parlare del proprio peso;
- ritardare o cancellare importanti screening di prevenzione (ad es. screening per il cancro al seno, cervicale e colon-retto);
- cambiare spesso medico curante;
- avere una maggiore vulnerabilità alle scivolate o all’utilizzo del cibo come “strategia di adattamento”.
Tutto questo impatta negativamente sulla salute di chi richiede cure e assistenza medica.
Da professionista della salute so quanto sia difficile disimparare le conoscenze apprese e sono certamente tanti i cambiamenti nel sistema medico sanitario che devono avvenire, ma dobbiamo partire da qualche parte.
Il primo passo per ridurre lo stigma sul peso è riconoscerne la sua presenza.
Dott.ssa Anna Luzzetti
Dietista
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